lunedì 28 marzo 2016

Geometrie simboliche.

Sono numerose, in rete, le ipotesi circa gli ultimi, ma non ultimi, attentati brussellesi. Dalle gszzette ufficiali che riportano i fatti nella loro essenzialità, agli esegeti iniziatici che insinuano ipotesi suggestive e trascendenti la pura banalità dei fatti. La mente, le menti, così carenti in mille situazioni ordinarie, dietro agli avvenimenti; il "Grande vecchio", le menti raffinatissime che si sarebbero celate dietro le azioni di ristretti gruppi armati: le Brigate rosse, ad esempio. L'internazionale nera, l'organizzazione Odessa per i transfughi dall'esoterico tentativo neo barbarico del nezismo, all'interno del quale allignavano maestri del pensiero Martin Heidegger, ma non solo, ad esempio. Via, via scendendo, le organizzazioni occulte e negatrici di ogni solidarietà dell'aziendalismo competitivo o autotutelante, nel quale anche i suoi strumenti concorrono al "risultato" e al rafforzamento dell'ideologia selezionatrice. Ecco, dunque, che qualcuno ravvisa simbologie ripetute fra un attentato e l'altro, numerologie rovesciate a collegare eventi che la propaganda ufficiale - su questo concordo - vorrebbe ribadire ad ogni sacrificio, ad ogni immolazione di turisti e viandanti ( almeno per quello che ci riguarda ). La "necessità" di un richiamo negromantico riecheggia la mitologia delle associazioni segrete, quelle ormai arcinote e quelle supposte, rielaborazione mentale delle precedenti, che pure sono esistite ed esistono in forme evolutivamente arcane e quindi rimpicciolite, mentre, a volte, la controanalisi sembra tradire un'eperienza di doppiezza formativa, all'interno di strutture microanalizzatrici della realtà da rovesciare, attraverso l'individuazione delle sue contraddizioni ( che esistono ), anche se, per ora e per molto tempo, quel progetto è finito nel ripostiglio. L'analisi ufficiale e quella "oscura" si basano su un presupposto comune: l'estraneità razziale, culturale, religiosa e, soprattutto, sociale delle scimmie evolute che compongono le nostre stratificate comunità e attraverso quell'estraneità ( lo straniero ) fanno pensare, casomai per ragioni di comodo e autoassolutorie, che chi non beve in compagnia o è un ladro o è una spia. Già all'epoca dell'attacco alle Torri gemelle di New York si parlò di cospirazione interna per scatenare una guerra, di complotto giudaico ( e perché non massonico? ) . Ad ogni attentato spunta sempre una negligenza grave, dell'intelligence che, a sua volta, dovrebbe svolgersi nella segretezza, della polizia e delle istituzioni, perché no, quindi, complici, in toto o attraverso alcune, generiche, sue componenti "deviate" Esistono o si suppongono - ma per chi ha l'esigenza, casomai solo psicologica di affermarle - le strategia pre e matrimoniali ( e perché non quelle lautamente divorzili? ) le strategie borsistiche a "pelare" e "macellare" il parco buoi e le trame sotterranee per assicurarsi un posto al sole nell'ambito dello smembramento- riaccorpamento di aziende, talvolta già di loro molto grosse. In quest'ultimo caso si tratta di ripartire dopo aver accantonato perdite e sofferenze causate da un'improvvida amministrazione economica, semplicemente perché gestita a 360° gradi nell'ambito dell'economia reale e non familiare che, per sua natura, è ben lungi dal rigore contabile, a meno che non si scelga di escludere la maggior parte della popolazione, come, in termini "infinitamente" striscianti ( in tutti i sensi ) si sta facendo in questa nostra epoca vile, lasciandone silenziosamente alle spalle coperte filamentose escrescenze a testimoniare, simbolicamnete, una inespressa intenzione.

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