lunedì 14 marzo 2016

La politica di auto-collocamento.

Le due sconfitte, quella di Sergio Cofferati in Liguria, dove aveva tentato la candidatura a Governatore, reduce dal commissariamento di Bologna, ultimo colpo di coda del partito che fu e quella di Antonio Bassolino al rito indistinto di investitura a Sindaco di Napoli, carica da lui già ricoperta, segna la rottamazione della vecchia guardia del P.C.I. a beneficio di querule ed accomodanti signore che, al pari della Boschi, appaiono eteree e neppur botticeliane. Rappresentano solo il trasformismo a favore dell'attuale demiurgo del P.D., soprattutto la napoletana, già discepola e delfina, ma in ottica continuista e non altrimenti conformista con il suo mentore, quando era Sindaco, negli ultimi conati della "buona amministrazione" sull'esempio - a sinistra - di Bologna. E' andata diversamente in Piemonte, dove, alla rinuncia al seggio parlamentare per quello di Sindaco di Piero Fassino, è seguita la cooptazione di Sergio Chiamparino alla regione Piemonte. Il vecchio partito si è ricompattato come stenta a fare a Bologna e come ha rinunciato a fare in Toscana, dove ha ceduto il bastone del comando ad un democristiano, ritenendolo rassicurante per quei ceti moderati che, in Italia, sono spiccatamente di destra, dovunque si collochino sul pentagramma politico, dopo aver rischiato di abdicare anche a Bologna, sotto la spinta di quel concorrente democristiano di Romano Prodi, all'epoca del Sindaco di Maggio Flavio Delbono, delfino di quel Prodi che Renzie impallinò in una classica faida democristiana, al momento dell'elezione del Presidente della Repubblica, preferendogli il meno caratterizzato Mattarella. Il partito della nazione, resurrezione della democrazia cristiana, incombe, come il partitino di sinsitra testimoniale che nascerebbe stentato nel momento in cui gli ultimi seggi fossero a rischio.

Nessun commento:

Posta un commento

Sono graditi i tuoi commenti