giovedì 27 marzo 2014

Il convivio.

L'atmosfera è ovattata, regna il silenzio. Il primo cassiere sbriga la clientela senza mandarla dal collega e, nel frattempo, sembra un chierico in attesa di ordinazione. Compreso e austero un canonista si accinge a impartire l'unzione, chissà se in fronte. Un morbidissimo compositore mi si approssima e mi intalca con romantica annunciazione: faremo colazione insieme. Immagino che ci riuniremo in qualche trattoria nei pressi e, seppure non particolarmente felice, decido in cuor mio di partecipare, non sembrandomi una richiesta eccessiva, se formulata una tantum. Nessuno parla. Anche al mio fianco, mi accorgo che il telemarketing è stato spento durante la confessione del burbero telefonista, mentre il suo interlocutore assente, vagamente circonfuso di nitore e sacralità. C'è anche un signore che, quando mi passa appresso, accennando ad un garbato e contenuto sorriso, mi sembra umano, normale. Tutto il contrario dell'impressione che trasmette la sua fotografia ufficiale. Resto incerto circa la veridicità rivelatrice dell'immagine o la sua ingiusta alterazione. Beethoven ripassa diverse volte con il suo computerino da viaggio; annota, sembra osservare..che i clienti vanno tutti, in prima battuta dal rimbalzista che, in questa occasione, li accoglie tutti. Durante il colloquio che ho intravisto, perché non era possibile ascoltarlo, ho colto caste emozioni, diffusi rossori, comprensione e, quando ho detto che qualcuno era in procinto di prendere i voti, un sorriso sarcastico e compiaciuto, come quello del diavolo nei dipinti medievali. Va beh - mi sono detto - sarà una palla a rima baciata, nella quale tutti prenderemo impegni eteronomi che ci saranno richiamati come ai Presbiteri, fino a che non saremo più in grado di uscirne. Ma, data l'eccezionalità dell'evento, era meglio non dar mostra di misantropia. Verso le tredici, però, è comparso l'oste della vineria di fronte e un sospetto, dapprima rimosso, mi ha visitato: ma si fa colazione al sacco? La conferma giungeva in extremis - come sempre, per noi non iniziati - e di mangiare su un tavolo di lavoro, come un muratore su una impalcatura, proprio non mi andava. Rientrando, incrociavo sulla bussola la direzione centrale e quella locale, accorsa perché guidata da una stella cometa. Mi informo presso i colleghi:"avete mangiato bene? Dei panini". Briciole e affari o affari in briciole. Dopo la ripartenza dei Magi, stranamente, l'attività consueta non riprendeva, come dopo l'ultima assemblea mattutina del personale. I militanti continuavano a riunirsi, operativamente, si sarebbe detto. La fase interlocutiva con la clientela, diventava interlocutoria; facevo quel lavoro di segreteria telefonica che - sempre fuori orario - mi viene spesso raccomandato, anche quando il drappello guarda una registrazione. Passata una mezz'ora di coordinamento e raccordo, i fanti assaltatori sono usciti di gran carriera, mentre gli altri - tre o quattro in tutto - sono ripiegati sulle posizioni aduse. Prima di uscire, Beethoven mi ha ristretto la mano e mi ha fatto gli auguri, che io, con sincera corrispondenza di costume, gli ho ricambiato con sincerità.

Nessun commento:

Posta un commento

Sono graditi i tuoi commenti