sabato 1 marzo 2014

Corsi e ricorsi.

Il rapido radicalizzarsi della situazione ai confini orientali dell'Ucraina spariglia le pigre e incerte aspettative della Unione europea che, infatti, ha già inondato i notiziari di un profluvio di dichiarazioni di principio e di missioni parolaie per il dopo fine settimana, che potrebbero far ricredere gli Ucraini occidentali e occidentalisti, sulla concreta bontà della loro scelta. L'Ucraina strinse un patto diplomatico con l'Inghilterra e gli Stati Uniti ( non con l'Unione europea che rappresenta per la parte non russofona un'apirazione puramente commerciale, che implicherebbe durissimi sacrifici all'atto dell'adesione ) che, in base ai trattati sottoscritti, in cambio della rinuncia ucraina agli armamenti nucleari, che furono portati in Russia, devono affiancare l'esercito nazionale se l'integrità territoriale di tutta l'Ucraina dovesse venire violata. Ebbene, la Crimea è già occupata da truppe d'assalto concentrate nei due aeroporti della regione, ma anche in zone sud orientali. La Crimea è una regione storicamente autonoma, culturalmente russa; fu assegnata da Nikita Kruscev, ucraino, al suo Paese d'origine, quando divenne Segretario generale dell'Unione sovietica, ma è sempre restata filo russa ed ha ospitato la flotta sovietica prima e russa poi, sul Mar Nero. Ma altri russi sono concentrati in altre zone del Paese, principalmente sul confine opposto del grande Paese, vicino a quella Moldova, di cui influenzano e tutelano una buona metà, mentre l'altra, con in mezzo l'Ucraina, è più prossima alla Polonia e alla Bulgaria delle quali, insieme alla Russia, i cittadini moldavi possono detenere il doppio passaporto. Il fatto è che la federazione russa soffre dello stesso complesso dell'accerchiamento che fu già degli Zar e dell'Unione sovietica e teme, non tanto la pressione economica di una sfilacciata e disomogenea Unione europea centro-occidentale, quanto la certa adesione dell'Ucraina alla NATO in una zona del mondo dove, altrimenti, non potrebbe essere autonoma, come dimostrano le vicende delle ultime ore. Putin ha rotto gli indugi, l'Unione europea è come se non ci fosse. Quindi tocca agli Stati Uniti ed al suo alleato europeo, l'Inghilterra, costituire una contrapposizione utile a far demordere i Russi dalla prepotenza ed indurli ad una trattativa che, se gli restituirà la Crimea, possa lasciar libera la gran parte del territorio ucraino di costituirsi in Stato indipendente, lasciando l'insegnamento della lingua russa nei programmi delle scuole ( molte sono esclusivamente scuole etniche russe e anche una polacca ),invertendo solo la primazia che, per tutto il periodo sovietico era stata attribuita alla lingua russa, attribuendola alla lingua ucraina, che le persone mature conoscono meno di quella del Grande fratello. La dispersione di comunità russe per il territorio ucraino non deve costituire il pretesto per trasformare una falsa e fantasiosa minaccia, in una pretesa di dominio delle etnie russe sul territorio ucraino, secondo il disastroso e disumano copione balcanico. Cosa ci vada a fare la Timoshenko a Mosca la settimana prossima, resta un enima, se non alla luce fatua dell'interessamento pubblico-privato, derivante dalla conoscenza accumulata al Governo e dall'incrocio degli interessi, soprattutto in campo energetico, di cui si è fatta criminalmente titolare. La labilità morale e quindi politica dei rappresentanti del popolo ucraino deve quindi essere supplita dalla supepotenza americana e dal suo braccio armato sullo scenario europeo. Ne saranno meritevoli, anche se lo faranno solo per interessi geostrategici di contenimento e influenza. Più di cento morti e di cinquecento feriti, hanno segnato finora, in Ucraina, questo capitolo della ricomposizione degli assetti internazionali dopo la fine della contrapposizione fra blocchi. Continua la deframmentazione delle contrapposizioni regionali, in questo caso in ottica globale. L'età degli Imperi sembra risorgere, dopo l'imperialismo, nel frullatore del globalismo.

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