sabato 15 marzo 2014

Gli opposti simbiotici.

Le persone, in genere, desiderano quello che la piega presa dalle loro abitudini gli fa desiderare. L'ordine sociale è formato da queste pieghe. Il discorso del dominio si nasconde spesso dietro al discorso del bene comune e della libertà stessa. A volte, il bene comune è quello suggerito ad un gruppo ristretto: il vostro, il nostro bene comune, ma, anche quando il postulato si fa ampio e generalista, sono sempre gli apologeti, i destinatari del beneficio cercato. Il discorso "politico" serve a dissimulare l'esercizio del dominio e il mantenimento della servitù. Ci sono, per altro, delle costrizioni endogene, interne all'individuo, che ne giustificano la collaborante sottomissione. "Il tiranno ha bisogno di uomini tristi per mantenere il potere, ma anche gli uomini tristi hanno bisogno di un tiranno per giustificare la propria tristezza". Nessuno, in specifico, detiene il potere; il potere è un sistema al quale partecipano lo schiavo come il padrone. L'asimmetria risiede nel fatto che l'obbedienza si fonda sulla cancellazione di se stessi: nell'obbedienza io non esisto; nell'obbedienza un essere umano si comporta come una molteplicità di processi strutturati da una disciplina. C'è un forte narcisismo nel credere all'unità del sé, nel credere che se fossimo davvero un sé potremmo essere liberi, mentre è proprio in quanto squadra, fascio, unità che non lo potremo mai essere. Più ti identifichi con il ruolo che ti è stato assegnato, più sei preso in circuiti automatici. La stragrande maggiornaza degli uomini non investiga, non cerca nulla. Se ne sta ben comoda nel cuore della norma imposta e non mette mai in discussione la legittimità di quel che è stabilito. Noi siamo modi, forme di un'epoca. Ci sono epoche oscure nelle quali è molto difficile porre in questione l'assodato in nome della libertà. Ma non può esistere un buon uso di un'ipotesi, che sia in sé ianccettabile e illegittima. Qualunque impiego che se ne faccia non può che essere negativo, quando non nefasto. Quando questo avviene, la lotta per la libertà perde il suo significato, perchè si cerca in realtà la servitù e si partecipa attivamente alla sua instaurazione. Ci si scopre animali domestici, destinati a rimanere prigionieri ed a subire l'assoggettamento. La schiavitù consiste nell'essere sottomessi ad una causa esteriore, la libertà nel non esservi sottomessi, bensì affrancati. Quella che abbiamo definito servitù volontaria, designa dunque uno stato di non libertà, di assoggettamento, la cui particolarità sta nel fatto che la sua causa non è esterna, ma interna e l'attore è il soggetto stesso che si sottomette volontariamente, che tramite la sua attività diventa l'autore della propria servitù.

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