mercoledì 12 marzo 2014

L'eccellenza ontologica.

Non ho più parole. Che dire, infatti, di un'entità che, col dichiarato intento di assestare il colpo mortale ad un'agonizzante consimile, ha raddoppiato il lavoro, sommandolo sulla stessa figura, ora esecutiva, ora direttiva? Per non contraddire lo schema - vagamente "pezzent" - ecco che i suoi cassieri assicurano la cerimoniosa accoglienza dei clienti, la mattina su di un punto di vendita ed il pomeriggio su di un altro, viaggiando su mezzi propri. Che dire di un ambiente che concorre con i Moloch del suo settore, imitandone gli orari senza distribuirli su due turni remunerati e nel quale, all'imbrunire, comincia un'altra vita, fatta di incontri itineranti laddove sia migliore l'opportunità, dove un piccolo cenacolo di gente timorosa di dialettica si conforma ad un costume demenziale e trova "problematico" chi lo rileva? Si tratterà davvero di una irresistibile ascesa? Non sarà un "pippaculo" compulsivo che dall'entità, ontologicamente, si trasferisce agli enti?

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