sabato 15 marzo 2014

Convergenze parallele.

Il povero Aldo Moro, dall'alto della sua finezza intellettuale, mai avrebbe preconizzato che la sua assurdità geometrica - il parallelismo di una collaborazione su due piani diversi - avrebbe trovato una sbiadita applicazione nella collaborazione sinergica fra destra e sinistra, senza investitura popolare, nell'epoca delle nomine ad eseguire. L'altra sera, il TG4 ha rivoltato efficacemente la broda che, per decenni, era stata somministrata contro Berlusconi, trovando piena corrispondenza nel vaniloquio di Matteo Renzi con le affermazioni di Cetto Laqualunque, personaggio per il quale Antonio Albanese si era ispirato proprio a Silvio Berlusconi, sullo sfondo di una Calabria arida e mafiosissima, nella quale un onesto professionista veniva deriso e insolentito, prima ancora che zittito e minacciato. Purtroppo il parallelismo ci sta, compresa, temo, la mafiosità.

Nessun commento:

Posta un commento

Sono graditi i tuoi commenti