lunedì 30 maggio 2016

L'opacità delle apparenze.

Da qualche tempo i fondi internazionali agiscono nel e sul panorama bancario, non più come veicolatori di domestici flussi di denaro, ma come partner ed acquirenti - per ora pro quota - delle banche stesse. In realtà, negli Stati Uniti ed in Asia sono già da tempo banche a tutti gli effetti, tranne quelli operativi, demandati al possesso di una carta. Sono banche l'American express e la Visa, ad esempio. In Italia sono entrati dalle porte secondarie dell'Unicredit e di Intesa San Paolo, ripianandone le perdite, finanziandone il lancio di gadgets o prodotti tutt'altro che innovativi, ma di moda ed appetibili. Attraverso i loro capitali - almeno in parte - è stato possibile continuare ad esodare, ad esclusivo carico delle banche, migliaia di lavoratori ed assumerne una quota minore, ma pur sempre consistente, mai nella propria regione di residenza, quali che fossero le pressioni in tal senso. Mille e settecento all'Unicredit, prossimamente mille in Intesa-San Paolo. I capitali dei fondi, anonimi nei fatti e, non da oggi, pregni di capitali evasivi, mafiosi od altrimenti malavitosi, in connubio decentrato con i grandi patrimoni finanziari, talvolta emanazione celata della più ricca clientela di queste banche internazionali ( ma non solo: sono pluribancarizzati ) e del loro management apicale. Il bene e il male di questo credito e debito mitologico e privo si sottostante sono inestricabilmente aggrovigliati e bisognerà attendere una mietitura, resa ibrida dalle fusioni periodiche, per attendere la prossima che si presenterà nelle medesime condizioni, in maniera che il grano sembri loglio e viceversa. Se i fondi intraprendono questa crescita tumorale nell'organismo bancario dei Paesi più aggredibili, è perché il DNA dei medesimi è, da un lato troppo compromesso da una gestione di rapina e di redistribuzione clientelare dei proventi che ne sono derivati ( in misura minima riguardo ai cespiti, eppure imponente rispetto a chi ne ha colto i cascami ), per cui è fin troppo facile farlo impazzire dopo essere penetrati, bene accolti, come il Cavallo di Troia, nei suoi fortilizi. In tutto questo, le istituzioni, la Banca d'Italia in primis, curano la regia di un colossal o di un polpettone prodotto altrove, dove le metastasi asociali sono la causa dell'ignoranza, della povertà e della mancanza di cure del popolo "inutile", la maggioranza che non vota più da generazioni e del quale - è provato - il volano gerarchico capitalistico-finanziario, con il puntello delle anoressiche strutture statuali, è garanzia di eterna turbolenza riaffermativa. Come la rivoluzione culturale di Mao a consolidamento del potere del P.C.C., ancora monoliticamente al potere, al posto dello Stato, nella Cina totalitariamente capitalistica. Per noi, inclini a pensare di essere l'ombelico del mondo al quale ci siamo aggregati, mentre siamo, in realtà, una poco ( ad essere generosi )considerata periferia del primo mondo ( e neanche per l'intero )un'altra "mano invisibile", ma certamente non benevola né provvidenziale ( anche se sarà presentata in questi termini ) ci condurrà dov'altri vuole e dove noi, gregge, questo sì, di pregiatissimo convenzionalismo, c'intrupperemo, occhieggiando alle vagheggiate, ma forse non più reali, opportunità di ogni formato.

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