venerdì 13 maggio 2016

Crisi contro crisi. la beata e beota risoluzione accettata non esiste, come la realtà in atto dimostra.

A Parigi, le proteste giovanili contro la "loi travail" non si sono arrestate. I manifestanti si sono accampati in Place de la Republique, dove si tengono dibattiti di sano tenore culturale, ogni pomeriggio. A sera, la polizia carica e innaffia e la sgombra, come piazza Taksim a Istanbul, ma, la mattina dopo, i giovani ne riprendono possesso. Avevo già espresso la speranza che questo movimento si sviluppasse ed ecco che da quella "enclave" della contestazione nasce l'iniziativa di internazionalizzazione continentale dell'opposizione militante ed extraparlamentare allo scempio del lavoro e della sua dignità. Domenica 15 Maggio si terranno manifestazioni simultanee a Parigi, Madrid, Roma e Berlino, nella speranza che il virus culturale contagi le giovani generazioni in preda alla precarietà, in un'opposizione costante alla società finanziarizzata. La malattia, ormai conclamata, della competizione degli utili, a scapito di qualsiasi costanza nell'applicazione lavorativa, il ripudio senza spiegazione del modello keynesiano che ha creato, nel '900 lo Stato sociale, tranne che in Inghilterra, tradotto in termini corruttivi dai Paesi latini meridionali ed applicato invece con successo nel centro-nord del continente. Oggi, nella situazione di impotenza e di ritirata di tutte le mediocrissime istituzioni politiche e pubbliche, ecco che rinasce, con qualche fatica, un movimento che potrebbe non fare la fine di quello turco e che potrebbe alimentare la rivolta, sostenendola con l'apporto della cultura. In questo, la Francia può dare il meglio di sé. E' ora di tornare ai principi e alle idee; la meccanica acquisitrice di valori di scambio deve essere messa in crisi, per alleviare la crisi che ci impone.

Nessun commento:

Posta un commento

Sono graditi i tuoi commenti