venerdì 20 maggio 2016

Dalle crepe della democrazia formale tracimano i liquami del neo autoritarismo.

L'immunità parlamentare è un privilegio ingiusto del quale, in tempi normali e stabili, beneficiano i ladri eletti in Parlamento. Ma non è, né è sempre stato così. All'origine, fu riservata, in Italia, ai parlamentari-sindacalisti che commettevano continuamente dei reati, quali l'interruzione di pubblico servizio, l'occupazione di suolo pubblico, le manifestazioni non autorizzate e l'impedimento ai crumiri di recarsi al lavoro. I cosiddetti "picchetti", protrattisi fino a non molti anni fa. La percezione di un fatto cambia con le contingenze e con i tempi; su queste variabili speculano i politici più consumati. Sd esempio, Marco Pannella è stato uno di questi. Talvolta, la clava dei diritti e delle negate immunità, anche attraverso un voto parlamentare, quando ne sussistano i necessari requisiti di forza, può essere pericoloso e condurre, per via istituzionale, all'autoritarismo ed alla cassazione della democrazia. Per via legislativa, si possono innescare processi persecutori, anche sanguinari. Il fascismo in Italia e il nazismo in Germania, si affermarono sull'abbrivio di una sensibilità "d'ordine" prettamente e meschinamente borghese, Il comunismo, invece, che aveva alle sue basi una concezione - che non ho mai condiviso - sull'uomo e sulla società, si è fondato sull'insurrezione e sulla rivoluzione, disprezzando, non senza fondamento, le "libertà" borghesi. Indotta violentemente la "catarsi", per mantenersi avrebbe avuto e, in effetti storicamente ha avuto, la necessità di un ente ordinatore, sotto l'egida del quale le personalità sarebbero state (illusione) omologate e in una semplificazione economicistica, non vi sarebbe più state differenze e particolarità. Ci stiamo arrivando per la via opposta, senza avvertire la disgregazione morale che comporta la mercificazione low cost. Ecco che ora, non inaspettata, giunge da Ankara la notizia che il parlamento turco ha votato l'eliminazione dell'immunità parlamentare. Ci sarebbe da gioirne se questo istituto, in un Paese sostanzialmente non democratico, in via di regresso islamista, non avesse consentito l'agibilità politica alla folta, pur se minoritaria e mal sopportata, etnia curda, che adesso, priva della tutela legale per poter portare avanti le sue iniziative, le sue lotte e la sua attività politica, sarà pesantemente inquisita, criminalizzata dalla magistratura turca, tutt'altro che autonoma dal governo, con l'intenzione di decapitarne la guida. In europa, il volgare regime turco è appoggiato smaccatamente dalla Germania, così come la Francia flirta senza decenza con il sanguinario regime golpista di Al Sisi, in Egitto, pagandone almeno le conseguenze, non sul piano contrabbandato della sicurezza, ma su quella della guerra non dichiarata, ma in atto. Sul piano politico, se mai ne avessero l'autonomia, dovrebbero rivalutarsi i Paesi "minori", in questo o in quel contesto, soprattutto in europa, ma la politica di sperato e subordinato mantenimento - sempre più lesinato e condizionato - ne rende balbettanti le dichiarazioni e le prese di posizione. Così, in questo contesto post-democratico, le dittature mascherate, gli smantellamenti delle Costituzioni e i fallimenti valutari prendono sempre più piede nel silenzio e nell'indifferenza generale. Il "brigantaggio" sempre più diffuso, non è causa, ma pretesto di un inquietante neo autoritarismo.

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