mercoledì 25 maggio 2016

Codicilli ad hoc.

Nell'Italia sempre più povera e corrotta, come una nazione sudamericana, una giudice in aspettativa parlamentare ha proposto una pena di nove anni di reclusione per quei cronisti le cui inchieste giornalistiche dovessero rivelarsi infondate. Ben che vada sarebbe lecito un risarcimento, ma la carcerazione prefigura uno stato illiberale che, in un ordinamento come il nostro, non può ( o potrebbe? ) avere diritto di cittadinanza. La giudice rivela una mentalità sanzionatoria e non, eventualmente, risarcitoria e lo scopo palese di un codicillo di tal fatta, è di mettere la mordacchia al giornalismo d'inchiesta. Come in Turchia. La giudichessa e tanti come lei, insieme ad un folto stuolo di avvocati, affollano gli scanni di un Parlamento di nominati, a dimostrazione dell'insussistenza dell'autonomia dalla politica dell'ultima casta di pigri ed inamovibili garantiti a vita e nella carriera, anche quando non esercitano in quanto parlamentari. Uno delle incongruenze maggiori con la neutralità dell'azione giudicante, fu la creazione delle correnti ideologiche dei giudici, all'interno delle quali ci si spartiscono, con il dosaggio del manuale Cencelli, le cariche istituzionali, secondo la consistenza della corrente di appartenenza, la cui azione giudiziaria è palesemente condizionata dallo spazio che si vuole mantenere ed aumentare nei confronti non solo delle altre correnti, ma anche riguardo agli sponsor politici di ciascuna di esse. Fu un giudice e parlamentare del P.C.I., Luciano Violante, a creare, sotto traccia, questo sistema che oggi, in diverse occasioni ha criticato, perché è divenuto in parte autoreferenziale, dopo il massacro dei partiti corrotti della prima Repubblica e il dissolvimento trasformistico del più grande partito comunista al di qua, appena al di qua, della cortina di ferro. Allora, quel cuneo nell'eterodirezione conservatrice, autoritaria e inerte dell'ordine giudiziario poteva avere un senso, anche se, contemporaneamente, si favorì la parcellizzazione ideologica di un corpo, la cui funzione è di essere focalizzato sui fatti La mancanza di serenità interna all'ordine giudiziario, non può né deve mettere la sordina all'indagine giornalistica, né a quella giudiziaria, cominciando, come già diverse volte negli ultimi decenni, con il mettere a rischio la funzione pubblica di denuncia ed inchiesta. Pur certo che ad un simile atteggiamento il giornalismo di trincea saprebbe reagire con gli strumenti suoi propri, è già tempo di mobilitarsi perché questa ricorrente infamia, in un Paese come il nostro, così poco democratico nei suoi fondamenti, abbia, per l'ennesima volta, a fallire. Non si tratterà di una battaglia né di destra, né di sinistra, perchè entrambe le spurie formazioni suggono il latte dell'intolleranza in percentuali alte, anche se non dichiarate, anzi camuffate.

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