giovedì 16 maggio 2013

Senza capo né coda.

Un cameriere culturista entra e, stentoreo, dispone un versamento. Mi ricorda Domingo, il cameriere omosessuale di Cuba che, per mostrare la sua prestanza, sollevava un asino che brucava nel campo antistante il ritorante e poi serviva a tavola. Espande i pettorali disegnati su una maglietta rossa, si bilancia sulle zampe, mi rifiata in faccia due volte e poi commenta: "bella questa banca, mi piacciono gli spazi ampi. Mi ricorda una stalla". Ognuno elabora la sua simbologia, non c'è da stupirsi. In buona sostanza, lo schieramento dei box che mi aveva suggerito un modello carcerario e di controllo del quale avevo in seguito trovato troppe conferme, a lui appare come una mangiatoia razionale bovina: al di là del banco il mangime, in mezzo i bovi, subito dietro lo stallatico. Psicologia Junghiana. Un nostro itinerante qualificato ricompare sulla porta. Anche il direttore e il gestore imprese si riaffacciano. Sembrano indaffaratissimi. Ieri sera ho visto un filmato sul web, raffigurante un distinto signore che recava lontano dal luogo dell'agguato la borsa del giudice Borsellino, per portarla non si sa dove. Forse in un archivio di Stato, dove i segreti circa la sua morte annunciata non conosceranno pentimento. E se fosse stato costui, anzichè un capitano dei carabinieri, come veniva affermato nel commento, un nostro collega palermitano, originale o acquisito, che, fra una visita e l'altra, che certamente lo scoppio non avrebbe ritardato, oppure in transito da altra filiale, si fosse appropriato dell'intimo reperto e ne avesse fatto oggetto di inziatico segreto? Non se ne saprebbe più nulle, credetemi. Unicredit banca ha riaperto i bandi. Non è la prima volta che lo fa negli ultimi anni. assumerà cinquecento dipendenti selezionandoli - non indica i criteri - fra i giovani neo laureati. Da tempo le banche si rivolgono solo al mercato accademico, ma non escusivamente ferrato in materie economiche. Senza voler banalizzare ed esulando dai corsi più tecnicamente mirati alla gestione d'impresa, della Luiss e della Bocconi, la maggior parte dei selezionandi ha acquisito soprattutto metodiche teoriche di lavoro in team, tecniche sinergiche e catalizzatrici più adatte agli stages aziendali e aziedalistici, sponsor delle Università medesime, che alla dottrina economica. Avvalorato dall' alloro accademico, simbolo incontrastato delle aspirazioni ideologiche della piccola borghesia, si pensa che il "nuovo" sapere e il "conseguente" status , risiedano nel peana produttivo. Coristi, appunto, di buona tecnica. Io conosco, direttamente o tramite amici e conoscenti, tanti giovani laureati che servono ai tavolini dei bar, che ripetono decine di volte al giorno le stesse frasi in un call center, persone di vasta esperienza e plurilingue per l'internazionalità dei genitori, che portano le pizze a domicilio, ad ennesima dimostrazione che la vulgata prevalente è prodotto e strumento di un potere che, per consolidarsi, ha bisogno di una organica piramide di fruitori-adepti, i quali, coniugandosi fra di loro, (ri)producono una nuova, ma quanto antica, fiduciosa genia di speranzosi conformisti nella prossima, falsa profezia adattatoria. La maggior istruzione diffusa, in via di rapido ripiegamento per le rette privatistiche d'istruzione e di frequenza, pur fornendo poco pane e minor companatico, rielabora le relazioni generazionali. Così il dottor pizzaiolo si accompagna alla dottoressa sartina e, razionalmente gestendosi, vivono in amorevole simbiosi. Non sono nuovi, ma sono innesti da tempo desueti, mentre le generazioni si succedono, senza dar luogo a variazioni nella stratificazione della società.

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