sabato 18 maggio 2013

Costumi

Il dosaggio millesimato dei fotogrammi rivelatori della più ovvia e banale delle verità, in via D'Amelio, a Palermo, disgusta profondamnete per la greve e primitiva amoralità che documenta. La Repubblica oggi spaccia per esclusivo un documento che io, nel mio piccolo, avevo già visto sul web due giorni fa. Accenna nell'articolo ad un filmato di due ore girato dai vigili del fuoco nel quale, solo ora si è notata, nitida, solo un po' sbruciacchiata ai bordi, l'agenda personale del magistrato eliminato. Che un organo semi ufficiale di un certo radicalismo pseudo di sinistra - puramente ideologica - se ne faccia propagatore a piccolissime dosi è indice certo della volontà di costruirvi sopra polemiche mafiose, fatte di ammiccamenti e segnali. In barba e in spregio ad un uomo dalla mentalità idealistica e dei più aristocratici principi, tipici della borghesia della Sicilia, ma che aveva impregnato, senza tentennamenti, dei canoni più sentiti e partecipati del diritto. In un mondo di opportunisti e di cafoni.

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