domenica 12 febbraio 2012

Tragedia greca.

In queste ore in Grecia si consuma un altro atto della tragedia finanziaria che l'ha eletta a simbolo della sostenibilità, esclusivamente economica, per appartenere ad una comunità di autotutela dalla competizione economica globale.
La guerra si è scatenata in tutto il mondo, relegando interi continenti - l'Africa - in condizioni non competitive e costretti a vendere le loro materie prime e anche porzioni consistenti del loro territorio, alle potenze economicamente più aggressive. fra queste, la Cina, ancora istituzionalmente comunista, ma rapidamente attrezzatasi alla competizione attraverso lo sfruttamento, fino all'estinzione fisica, del suo sterminato popolo, coniugando camaleonticamente il materialismo marxista e quello capitalistico, secondo forme sacrificali e pagane asiatiche.
L'Europa, voluta a tutti i costi anche per i Paesi meno attrezzati - fra questi l'Italia , entrata a viva forza e a viva forza ora mantenutavi, in condizione vicaria - non ha difeso, almeno inizialmente i suoi confini, non ha creato ritmi e dinamiche confacenti alle diverse situazioni economiche, non è sorta, cioè, su basi realistiche e, oggi, sta vivendo una crisi che sta per abbattersi sulle fasce deboli della sua popolazione.
la Grecia è implosa prima e non ha trovato sussidiarietà alcuna, non essendo interessata la Germania a pagare i conti degli squattrinati e corrotti partners e non essendo, essa stessa, nelle condizioni oggettive, anche dimensionali, di reggere la parte.
La mia solidarietà sta con il popolo in piazza, scremato dai mestatori, dai profittatori e dai black blok, la cui internazionalità, pur interessante, è materia per Toni Negri e per gli apparati di polizia , popolo che è composto quasi esclusivamente da persone sotto alimentate, genitori di bambini che non possono essere nutriti adeguatamente, composto dal 22% di disoccupati globali, dal 45% di disoccupati giovani e dal 49,5% di disoccupate giovani. Gli Stati, le Nazioni non sono aziende da mettere in amministrazione controllata e poi in procedura fallimentare. Anche in questi casi, le maestranze protestano vibratamente, ingenuamente, inanamente. Ma la loro protesta, incolpevole, è giusta, anche se inutile.
Sarebbe importante che da queste proteste nascesse un processo selettivo della classe dirigente, che il popolo esprime,mentre è incombente l'ipotesi, invece, che, sia i disordini, sia l'acquiescenza al ricatto delle banche internazionali, infracite di titoli greci e di titoli delle altre banche affidatarie della Grecia, siano monitorate pro domo loro da questo o da quel potentato. E' questo il limite della violenza, levatrice della Storia, che fa dire a chi l'ha provocata, a posteriori, che si è trattato di una brutta cosa.
Il vecchio Nikis Theodorakis , musicista, autore di Zorba il greco, è stato fermato in piazza dai lacrimogeni, ma ha dato prova di essere un militante della e non uno speculatore sulla democrazia, che i greci della Ionia hanno conosciuto prima di ogni altro popolo, con la quale hanno influenzato tutto il mondo occidentale, contagiando culturalmente anche l'Europa orientale, attraverso l'alfabetizzazione e l'osmosi religiosa.
Forza Grecia che ti batti, come hai fatto contro l'Italia fascista e la Germania nazista, pur con tutte le tue pigrizie urbane e le tue levantinerie.
Infatti, la semplice e gentile Grecia delle isole e delle campagne, certamente indifferente a quanto accade, ne rappresenta l'anima più schietta e gradevole, mentre la vita cittadina è purtroppo impreganta di minuta e orizzontale corruzione, prodotto e conseguenza dello sfacelo in atto. Non creda l'italia di esserne esente. La sua realtà non è uniforme, il suo costume morale non è difforme.

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