mercoledì 29 febbraio 2012

Ambienti censori e oscurantisti.

Le mie possibilità di comunicare con la maggioranza silenziosa del Credem'a me, sono state impedite da un filtro censorio che, prima ha celato molti post alla parte non allineata dell'ufficio ricevente, che li ripeteva tramite fax e allegati alle mail, e che ora li ha impediti del tutto fin nella fase embrionale della formulazione. Evidentemente, un qualche credito lo trovavano e ostavano alla dittatoriale propaganda della strana banca. L'atteggiamento è speculare a quello messo in atto dai regimi totalitari contro gli oppositori politici. Quei sistemi e il nostro, aziendale, concepiscono le tecnologie, come ogni altra potenzialità e risorsa, a loro esclusivo, materiale beneficio e, non potendo confrontarsi, sul piano del diritto, negano, impediscono, minacciano e manipolano artatamente i fatti se e quando sono chiamati a giustificarsi. Questa brutta gente è, per questo, nota, ma continua a godere del beneficio della piccolezza e della marginalità, mentre, ormai, costituisce un'azienda nazionale e deve rispettare gli obblighi di settore. Altrimenti, passi la mano e si faccia assimilare da una realtà non provinciale, in grado di aprire porte e finestre alla dialettica interna, pur perseguendo i suoi fini istituzionali. A consentirgli questo atteggiamento atemporale, concorrono le conoscenze e le frequentazioni nel mondo della ricchezza e del privilegio, in forme libere e associate ( Lyons, Rotary, Massoneria )e la mentalità reazionaria e fascista che è tipica delle Case di moda. Il conflitto di interessi fra una Banca e una costellazione di Società commerciali è macroscopico e non contraddetto, in sede politica e sindacale, perché viene apportata occupazione. Ma lo si fa in maniera regressiva e speculativa. In particolare, sul piano sindacale, si stringono accordi sulla base delle compatibilità economiche generali e degli equilibri politici. Il sindacalismo autonomo, soprattutto se maggioritario in una categoria strategica, è mal sopportato e l'ultimo rinnovo lo dimostra in maniera macroscopica. L'introduzione in un contratto di lavoro di un fondo di solidarietà e per l'inserimento al lavoro, tutto scritto nel libro dei sogni, ne è l'esemplificazione più evidente per chi, almeno, abbia esperienza di quel mondo. Quando poi, sia pure allo scopo di tenerla fuori, perché concorrente pericolosa, la mia Organizzazione sindacale è sotto attacco da parte dei confederali, uniti solo in questa crociata e divisi su tutto il resto, non trova di meglio che superarli in cortigianerie verso un'azienda che va invece coerentemente e severamente richiamata a rispettare gli obblighi che le rivengono dalla sua adesione ( tardiva ) all'A.B.I., c'è solo da mortificarsi, anche se la meraviglia, ormai, è d'altri tempi. La strana banca ha anche uno strano personale. Non un'ora di sciopero fra i Credem'a me doc, mai, neppure in sede di rinnovo del Contratto nazionale di lavoro. Mai, in nessuna epoca. Non solo. E' ben evidente anche un "unum sentire", in relazione alla concezione della vita aziendale, in rapporto alle vicende personali, che, pur fuori della realtà, è strumentale ad ottenere, apparenti, piccoli e subordinati favori, quando le opzioni residue della vita sembrino richiederli. Del pari evidente, ma universale, è la piaggeria e la strumentale e temporanea identificazione, interessata, dei gestori di patrimoni. Il sindacato interno è il filtro para-istituzionale per coordinare e razionalizzare questa politica di controllo e calmierazione delle possibili dinamiche esogene alla controllatissima attività interna. Controllatissima, non solo sul piano dell'operatività e delle prassi commerciali, ma anche circa la salute, le vicende familiari e private che potrebbero, facilmente, mettere in crisi la risicatissima potenzialità applicativa umana, che, proprio perché gestita sotto organico, deve essere sempre disponibile a sostituzioni fra ruoli diversi e su di un'area territoriale omogenea pre-stimata. Attraverso queste dinamiche di sfruttamento che sembrano tratte dalle opere di Adam Smith e, per converso, di Carl Marx, una ristrettissima e opaca coorte di reddittuari trae imponenti arricchimenti, di cui l'appannaggio del Direttore generale è scandaloso emblema, in rapporto al mancato riconoscimento del Premio di produttività e di redditività a dipendenti sempre sulla breccia, che viene, invece, distribuito ai produttori di reddito per il Consiglio di amministrazione, controllato da una Fondazione che non è neppure quotata in Borsa. La quotazione stessa del Credem'a me è stata il portato dell'acquisizione della Banca Euromobiliare, che lo era e che, oggi, è una partecipazione fortemente ridimensionata. I clienti strategici, che abbiamo in comune anche con le altre banche, trovano in Credem una nicchia circolare, nella quale, non potendo spaziare nel vasto mondo degli affari, parcheggiano, sotto forma di investimenti, la liquidità in nero e sottratta al fisco e si costituiscono posizioni finanziarie di nicchia per accantonamenti ed impieghi strettamente personali. Segue

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