giovedì 2 febbraio 2012

Milone

Quante volte ci siamo detti, mon ami, che il clima aziendale non conosce variabilità e sembra governato da una immutabile, superiore determinazione, nella quale non trova spazio la normale dialettica degli elementi?
Come si fabbrica, allo scopo, una morale, caro Milone, vale a dire come la volontà dei dominanti diventa quella di tutti o quasi?
Bisogna teatralizzare qualcosa che non esiste e nel nome del quale si parla.
Diventano così possibili i performanti miracoli verbali, i nostri attestati della fede.
Un successo retorico, attraverso la messinscena di ciò che autorizza il suo dire, dell'autorità in nome della quale è autorizzato a parlare, sempre assertivamente.
Si crea così una figura retorica, attraverso la quale si fa parlare e, purtroppo, agire un assente, una persona che non c'è che, proprio per questo, viene evocata e resa una cosa personificata.
I chierici e anche i chierichetti devono quindi far esistere quello che esprimono e, soprattutto, ciò in nome di cui si esprimono.
Produrre un discorso e indurre fiducia, attraverso l'omogeneizzazione dei contegni esteriori, nell'oggettività iniziatica e intragruppo del loro discorso.
Nel caso nostro, le mail, il continuo contatto telefonico, le visite periodiche anche quando si è in ferie, l'interdipendenza , a causa della a-normatività dell'organizzazione del lavoro, sono il collante dell'evocazione rituale e comune.
I forum, i vari C, le riunioni che scandiscono le iniziative ricorrenti, i questionari, la pubblica ostentazione degli esemplari colleghi, messi alla berlina sul portale, servono ad attestare e esemplificare che c'è un fondamento al discorso, da far apparire autofondante, legittimante, infine unico, del gruppo unito e consenziente.
Ne consegue la tutela del cerimoniale, delle "parrucche".
La dimensione vera della teatralizzazione, come tu ben sai, caro amico gladiatore, è quella dell'interesse particolare del padrone, spacciato per quello generale, riducibile al massimo e in misura contenuta, a quello di pochi economicamente associati al modello imposto, in un contesto di maniere, manierate, comuni.
Così si contagia, in fiducia, riguardo a ciò che si fa.
La teatralizzazione della convinzione fa parte delle condizioni tacite - per questo non è consentito a nessuno di alzare la voce - di omaggio all'autorità, caudataria del potere, senza il quale non sarebbe un'autorità.
Se crollasse questa specie di fede, nella quale tanti sono in malafede - la fede ostentata essendo una malafede collettiva - si rivelerebbe il gioco nel quale tutti mentono a se stessi e agli altri, sapendo che anche quelli mentono a se stessi.
Attraverso questi strumenti si crea un gruppo o squadra in grado di fornire tutti i segnali esterni, riconosciuti e riconoscibili, nelle forme convenienti.
Il gruppo dominante coopta i suoi membri su indizi minimi di comportamento, che altro non sono che l'arte di rispettare le regole del gioco, fin nelle trasgressioni, regolate dalla stessa convenzione, attraverso la buona creanza e il contegno.
Lavorando in questo crogiolo, i sondaggi assumono una funzione confermativa. Poter dire: "i sondaggi sono con noi" è come dire "Dio è con noi" in un altro contesto.
Una proprietà dei sondaggi consiste nel porre dei problemi che la gente non si pone e nel suggerire risposte a problemi che non si è posta, quindi nell'imporre risposte.
Induzioni di risposte generalizzanti a necessità e problemi sentiti solo da alcuni, quindi di fornire risposte che sono state generate con le domande stesse e di dar vita a problemi che, altrimenti, avrebbero continuato a non porsi, perché non esistevano, almeno per i destinatari.
Quando si parla di opinione ufficiale, si gioca sempre un doppio gioco tra la definizione confessabile - l'opinione interiore di tutti - e l'opinione autorizzata ed efficiente.
Questa volta sono stato un po' pesante, vecchio mio.
Me ne scuso.
Tornerò ai calembours che non rimuovono il peso della costrizione, ma, aspirando a divertire, contribuiscono, come mi sono proposto con questa modesta disamina, ma con più diretta efficacia, a denudare il Re.

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