martedì 14 febbraio 2012

L'esigenza di comunicare e di condividere.

La città di Homs, in Siria, è sotto assedio di un esercito, per ora asservito nei suoi alti comandi, a una famiglia e, per emanazione, a un partito. Gli abitanti sono bombardati.
Non so se tutta la popolazione condivida le aspirazioni degli indomiti ribelli, ma non sono segnalate ostilità verso di loro, atte ad indurli a più miti consigli. Anzi, il fatto che la resistenza ad Assad junior sia disarmata, sembra testimoniarne la genuinità.
E' un macello immolatorio che un potere fine a se stesso si tributa, nella latitanza della NATO - l'ONU con i suoi caschi blu, inani e inetti, è meglio che si astenga dall'intervenire. Dovrebbe però prendere delle risoluzioni impegnative, ma il veto opportunistico di questo e di quello lo impedisce. Oltretutto, fino ad ora, il regime siriano pare sia "stabilizzatore" in funzione antiraniana. Esattamente come fu per l'Iraq.
Se interverranno, sarà quando le loro esigenze, paure e calcoli saranno stati calmierati dall'amorale gioco diplomatico. Ma sarà - se avverrà - come per la Bosnia: lo strazio e la memoria di un popolo saranno stati devastati fino in fondo.
Almeno, in Siria, il nemico è circoscritto al potere costituito, anche se non è detto che quanto gli succederà, in forma concordata o violenta, sarà appagante per chi lo contesta, forse su base sentimentale, anche se vera e, come usa dire, sacro-santa.
A Homs le comunicazioni sono state interdette dall'esercito, che vuole impedire i collegamenti fra i manifestanti e la testimonianza al mondo, quello dei social network, di quanto sta avvenendo.
Ma quell'antica cultura popolare ha già trovato il rimedio e lo ha fatto scaturire dalle abitudini tradizionali di quelle terre, così aspre e pur ricche di poesia, oltre che di acume.
Le notizie viaggiano, infatti, legate alle zampette dei piccioni viaggiatori, piccole staffette che, in andata e ritorno, sfidano il fuoco degli assedianti, con diligenza e indomito coraggio.
Spero che qualche letterato, domani, possa ricordarne l'utile sacrificio.

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