domenica 26 febbraio 2012

Lo sciopero del 9 Marzo della FIOM.

Non ricordo un altro sciopero generale indetto da una categoria professionale. La FIOM, cacciata dalla FIAT e dalle sue partecipate, non si è accontentata della solidarietà inconcludente della CGIL, troppo impegnata a trattare e, quindi, a mediare su pretese inaccettabili, dell'accademica espressione del padronato. Il mondo del lavoro manuale, la cui fatica le macchine hanno attenuato molto poco, aggiungendovi la nevrosi dei tempi subordinati agli strumenti medesimi, torna in trincea, secondo la sua tradizione combattentistica, che si dimostra appropriata ad un mondo dell'impresa eversivo e reazionario. Lo sciopero di Landini rappresenta l'avanguardia di un soggetto, ancora non coeso, che può rappresentare il 25% del corpo sociale e che, se la CGIL tutta non seguirà, non raggiungerà scopi pratici dalla sua iniziativa. Ma resta un fenomeno di grande momento nella palude italiana. Per me, momento di rilievo e basta. Sono da sempre persuaso che la dinamica sociale sia fatta di contrasti, che, fra uno scossone e un altro, mantengono in rotta il convoglio, assicurando condizioni di viaggio, le più confortevoli possibili, ai viaggiatori. Le mediazioni sulla prima, seconda e terza classe, non mi interessano. In questo cialtronesco e particolaristico Paese la levata di scudi della FIOM, rappresenta il persistere di una coscienza democratica, ancora non anestetizzata.

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