mercoledì 7 agosto 2013

Gruppi politici.

Si può essere un partito patrimoniale e populista? Certo che sì, patrimoniale e popolare, no se non nel senso della simpatia indotta dai mezzi pubblicitari, dalle espressioni studiate, fuggevoli, che vengono offerte alle casalinghe mal maritate, ai borghesi immaginari e via pescando nella mediocrità diffusa, insieme alle poche ben maritate e ai borghesi ricchi ricchi e asserragliati e anche all'italiano medio con qualche risparmio. A costoro, ancora una volta, la Famiglia offre un modello, anche se, a ben guardare, di famiglie ce ne sono varie ed eventuali e tutto si riduce ad una holding famigliare, ad un'aziendalità spinta, che nella riproposizione dell'interesse di diverse nidiate, di diversi letti, ostenta il conflitto d'interessi, artefatto da assurde negazioni verbali. Un patrimonio, frutto di ogni sorta di facilitazioni, di leggi ad personam, insufficiente a coprire le malefatte dei protettori e ora rivelatosi labile anche per la difesa dalle proprie, troppe, di malefatte. Ma, soprattutto, un movimento che ha raccolto i cascami del fascismo nazionale, degli interessi post democristiani e post socialisti e molti, troppi interessi privati da alimentare all'ombra di un altro pretesto. A rendere irricostruibile lo scenario è intervenuto il bipolarismo referendario, più adatto alla finanza e agli affari sulla carta, che, sul fronte popolare, ha dato luogo ad una ibrida formazione di cattolici di formazione ed appartenenza sociale popolare, che prima convivevano, divisi in correnti, nell'omnibus democristiano, autodistruttosi per la impedita alternanza, foriera di corruzione, corruzione profonda, nella quale ha trascinato, fino a farlo morire d'indigestione, il "modernizzatore" e avido, seppur piccolo, Partito socialista craxiano, che ben altra interpretazione diede dell'autonomia di quella che aveva impersonato il povero e onesto Pietro Nenni. Il comunismo italiano si è vaporizzato con la perdita della Casa madre; era un partito di stretta osservanza, almeno fino al berlinguerismo, rimasto sterile per la francescana austerità invocata, senza forza, prima del tempo e per la morte violenta di Aldo Moro che, non prevedendo quanto sarebbe successo di lì a qualche anno, andò incontro alla sua uccisione, per un progetto basato su una realtà che stava per mutare. Ci mancava Marina, cari amici. Ma chi la conosce questa imprenditrice ereditaria, con marito ballerino? E' capace? Politicamente - temo - come il padre, imprenditorialmente, non ne ho idea. Sono comunque due mestieri diversi. Si dice che l'ormai attempato papà l'abbia rassicurata: il vero leader resterò io ( un po' come i capi mafia in carcere ). E a me torna in mente quando assistetti a uno show di Forza Italia, invitato da un amico che vi si candidava, con protagonisti Paolo Berlusconi, già allora in rappresentanza della dinastia ( di lì a poco sarebbe stato incarcerato ), scortato e accudito da Vittorio Feltri, che, pur cercando di impedirgli di parlare, non potè evitare che se ne esplicitasse, con poche battute, l'inconsistenza e la superficialità. Di Forza azienda siamo sommersi. Credem'a me.

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