martedì 13 marzo 2012

Solo con la specie di reato del concorso esterno, si può combattere la mafia. Giancarlo Caselli

Chiare e semplici parole. Solo con il concorso esterno si potranno perseguire gli ispiratori e i manutengoli, pur con tutti i distinguo che la miglior avvocatura saprà insinuare fra i legulei che cassano le sentenze e si potrà cercare di isolare la mafia dalle solidarietà interessata di cui gode. Secondo me, però, non sarà sufficiente perseguire i reati collaterali al fenomeno mafioso. Sono infatti persuaso che la mafia sia il braccio armato degli assetti di potere reali delle regioni che fecero parte dello Stato delle due Sicilie, una guardia bianca del latifondo aggiornata e con un'autonomia finanziaria, non so quanto ampia, in realtà, degli interessi composti delle aristocrazie locali, con le quali si rapporta sistematicamente. Da questa sistematizzazione, il favore o l'omertà complice delle persone, che, proprio per questo, quando non sono in grado di trarne occasionale profitto, ne accettano la prevaricazione. L'azione degli uomini di diritto, non collusi, risulta quindi destinata a risultati parziali e sempre tardivi.

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