mercoledì 14 marzo 2012

La "trattativa" sul lavoro, da chiudere prima del summit europeo.

Si termina un'opera, un lavoro solo quando è il momento. E' una norma di buon senso, violando la quale, ogni riflusso è nelle cose. Chi ha auspicato la mobilità in ogni categoria sociale e professionale, rendendo così necessaria un'aberrante controriforma pensionistica? I tribuni della plebe, oggi impegnati nell'ennesimo avvitamento, che non può che convincere che chi era già convinto e, spesso, in rapporti subdoli con le aziende e/o con la politica di piccolo cabotaggio e di orizzonti limitati che vige di questi tempi. I lavoratori privi di appartenenza - non importa se iscritti - si sono dati alla fuga alla prima ventilata occasione, fidando "sui diritti acquisiti". Non esistono diritti se finiscono i soldi. Ora, si prospetta la macelleria selettiva dei superstiti e dei più avveduti, selettiva perché non sarebbe possibile farne un'ecatombe indiscriminata, stante l'abnorme allungamento dell'età pensionabile. I sindacati complici saranno all'opera nelle quinte colonne per conservare, sostituire e ungere le condotte per le quali passeranno i sacrificati a qualche Verità d'occasione.

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