giovedì 29 marzo 2012

Le pulizie del gatto.

Son sulla soglia due migranti asiatici, che, proprio per questa loro condizione, raccolgono lo sporco degli altri. Non sono rimasti con noi neppure un'ora. occhio e croce, devono avere un contratto di 40-45 minuti. Nel nostro Eden incontaminato, le pulizie si fanno un giorno si e l'altro no, con quale salvaguardia dell'igienicità degli ambienti - essendo la nostra una comunità - lascio alla valutazione della sensibilità comune. E' vero che la presenza degli addetti non è costante, così da farmi pensare che, quando le ritirate sono troppo frequentate, o quando il bisogno si fa impellente lungo la strada, usufruiscano delle ritirate dei bar, prima di andare a visitare i clienti, con impeccabile aplomb. E' altrettanto vero che le aziendali latrine sono corredate da cartoncini di collaborazionisti, che intimano di centrare la tazza e di rimuovere i rimasugli delle colazioni, per dover evitare di intervenire direttamente, se qualcuno "la fa fuori dal vaso" e che le verifiche istantanee che gli stessi fanno nei locali di decenza, dopo il passaggio di clienti già segnalati e, a campione, fra una visita, un trasporto di moneta, una deiezione e un salto in Bankitalia, mantengano l'ordine di attribuzione, un po' come nelle caserme, dove si provvede di "ramazza", quando qualche sadico e frustrato sottufficiale vuole "tener puniti" gli inuniformi. Il sindacato, che nacque, in forma spontanea e poi si organizzò in maniera rudimentale, agli albori del capitalismo, già si caratterizzava per la salvaguardia del salario, dell'orario di lavoro e, più che dell'igienicità degli ambienti, della loro non infettività. Salario, orario, igiene. Seguono: liberté, fraternité, egalité. Vade retro!

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