giovedì 8 luglio 2010

Opere giovanili...lontane.

Il demone, di Tanizaki Jun'ichiro, rappresenta con manierata semplicità ( ossimoro per noi, ma non per un orientale ) il conflitto implicito fra una femmina e i maschi che ha a portata di mano e che, a loro volta, le gravitano intorno.
E' una contesa, nell'ambito di un mondo cerimoniale, regolato da riti inderogabili, delimitanti una dialettica di sottintesi, non necessariamente maligna.
La perversità rimane un'opzione e l'eroina se ne serve. Non affiora nel suo comportamento alcun elemento di contestazione o di critica, solo il piacere del gioco di dominanza, manipolatorio dell'anima anelante.
I giovani protagonisti del racconto soffrono ancora delle contraddizioni interiori fra le forme oppressive della loro educazione e gli impulsi e le esigenze esistenziali della prima vita adulta.
Teruko, il demone, semplicemente ne prescinde o le supera,abbarbicandosi alla sua sensualità.
Repressioni, paure, pervertimenti, prima di tutto del buon senso.
Assurdo dolore che si compiace di se stesso, aspirazioni chiare, ricacciate nell'indistinzione della nevrosi.

Nessun commento:

Posta un commento

Sono graditi i tuoi commenti