giovedì 22 luglio 2010

Milone

Questa mattina, caro Milone, è entrata in filiale una genitrice con passeggino balaustrato, dentro il quale giaceva beato un bambinone, bello come un bambolotto. La sua espressione, nel sonno, era di tranquilla simbiosi con il fruscio dei portici, sotto i quali - mi ha detto la mamma - si era addormentato.
L'ho servita in fretta, perché, intorno a noi, si è acceso un improvviso e partecipato dibattito, confuso nell'eterogeneità dei contributi e delle esigenze espresse e speravo che non si svegliasse.
Ha tenuto duro ed è ritornato a farsi cullare dal brusio omogeneno dei mille indaffarati, dal fruscio dei passi, perduti verso una meta, felice di rivivere il fluire, insieme al mare, caldo, dal quale si è da poco distinto, per conoscere l'illusione del riso e l'aspra realtà del pianto e del dolore, così da potersi rifugiare, almeno in sogno, nell'armonia.

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