domenica 25 luglio 2010

Destino e modello sociale.

Un evaso, resosi irreperibile da dodici anni, si è presentato oggi all'ingresso di un carcere ed ha chiesto, subito accontentato, di ritornarvi.
Al compimento del cinquantesimo anno, deve aver pensato che il tempo si stesse facendo breve e che gli ulteriori dieci anni di pena fossero troppi, che, infine, valesse la pena di affrancarsi dalla giustizia afflittiva degli uomini che non sana quanto avvenuto ( aveva ucciso la sua convivente ) né, in questo caso, avrebbe impedito la reiterazione del fatto, ma si limita a punire facendo soffrire.
Oggi, a sessantadue anni, ha deciso che la ricreazione fosse finita.
Saranno venute meno, per usura, le solidarietà o le risorse che gli hanno consentito di diventare una primula rossa o si sarà semplicemente esaurita la sua capacità di sopportazione dell'assenza e del vuoto, in vece di una nascosta libertà, come aveva vagheggiato in carcere? Ora, quanto tempo ci metterà a trasformare la stessa disperazione che lo ha ricondotto in carcere? Forse si è sentito troppo solo, nella città deserta.
Certamente, la riacquistata esenzione da controlli cogenti non ha dato sfogo all'energia che aveva espresso nella fuga e si è tradotta in angoscia esistenziale, prodotta da una assoluta insicurezza. Per questo accettiamo, quando non cerchiamo le costrizioni note, convenzionali, comuni. La constatazione frettolosa di non poter vivere fuori dai canoni sociali.
Se sopravviverà, a settantadue anni ( ma probabilmente la pena sarà aumentata per l'evasione e la latitanza, secondo la prevista ragioneria giuridica ), lo stesso problema gli si riproporrà, aggravato, quando uscirà per far posto a nuove leve della detenzione e chissà a quale persecutoria istituzione potrà o vorrà votarsi, prima della morte, per lui, finalmente, riposo.
Nel frattempo, gli inquisitori a suo tempo gabbati, lo tormenteranno con le loro investigazioni, desiderosi di affliggere anche i suoi solerti sodali - ammesso che vi siano stati e che non si sia trattato di consuetudini culturalmente anodine rispetto a quelle perseguite dai tutori dell'ordine ( di chi? ). Fra costoro c'è stata una o più donne che oggi lo hanno abbandonato. Gli ausiliari della giustizia si scaglieranno, come già fecero inutilmente con elicotteri ed unità cinofile, alla ricerca dei favoreggiatori, incuranti, anzi desiderosi di perseguire un ambiente ed un costume, come tutto, fino ad un certo punto, solidali.

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