martedì 27 luglio 2010

Discontinuità.

Alla sollecitazione di un commento al mantra della discontinuità, per aumentare "l'efficientamento" delle risorse e dei ruoli, ho così risposto:
Non so perché, ma la associo alle ripartenze del gioco del calcio. Filtro o muro quando si è senza palla; tre passaggi per andare in porta, quando si riesce a prendere pallino. Sono novità solo nominali. Una volta, le stesse cose si chiamavano catenaccio e contropiede. Poi gli olandesi ci fecero vedere un gioco spettacolare, ma molto dispendioso, per sopportare il quale, tutti dovevano rendersi proattivi, dedicarsi al movimento e ricoprire ogni ruolo, a tutto campo.
Cuore e polmoni ( passione e responsabilità ) per sopportare uno stress agonistico, che anche poche o occasionali defezioni, avrebbero reso insostenibile.
Flessibilità e corsa, competizione, coesione e forza, ma poca fantasia, in assenza della quale, pur avendo disputato tre finali, non hanno ancora vinto un mondiale.
Discontinui. Non primi, ma fra i primi.
Una vocazione mediocre all'eccellenza.
Glossario aziendale: proattivi (fungibili e interscambiabili); passione e responsabilità (parole d'ordine del triennio in corso di piano industriale); coesione, forza, gara, risultato. Eccellenza.

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