martedì 12 marzo 2013

Ut unum sint.

Secondo un'inchiesta, apparsa sul Fatto quotidiano del lunedì, sono presenti in Italia nuclei di fondamentalisti religiosi, che dormono con il corpo insaccato in tuniche che evitano il contatto sensorio dei corpi, dotate però di un oblo' circolare per permettere - si dice - la procreazione. La notizia non è originale: era seguace, ad esempio, di questi costumi grezzi anche un famoso artigiano-pasticcere bolognese che, attraverso l'oblò, ha procreato una dinastia di pasticceri-baristi-bottegai, ancora riconoscibilissima dalle similari fattezze e dalla corporatura uniforme , tutti insieme in un frequentato negozio. Che questa sottocultura, alimentata e sedimentata dal sentimento, dai "valori" domestici e assolutamente salvaguardata dal confronto ideologico, filosofico e storico, possa produrre, senza orizzonti temporali, replicanti felici - soprattutto se acompagnata dal benessere dinastico - è realtà che non stupisce; rimane, per fortuna, marginale. Ma il fanatismo religioso non è l'unico ad allignare nelle ridotte e negli anfratti della società. Io conosco una specie dal cromatico sembiante di certi bellissimi pappagalli brasiliani, che vive un'esperienza comunitaria assoluta, nella quale il controllo e la segnalazione di ogni deviazione sono appannaggio di tutti i membri, secondo il modello dell'Opus Dei. Gli adepti si riuniscono una volta alla settimana, dopo aver deposto gli strumenti di lavoro, che, fino allora ( al termine dell'orario previsto ) non ha conosciuto rallentamenti: dal vertice alla base calano le Tavole della Legge ( quella salica ) e i precetti per esser grati al Signore vengono salmodiati ed officiati periodicamente, per trovare applicazione quotidiana, in un sussurrio di levitazioni anche con chi turpiloquia e bestemmia ( ne colgo il paradosso generale ma non me ne adonto, personalmente ) o, privo di favella, grugnisce a brutto muso nel tentativo di farsi capire. Gli adepti sanno che la loro "giusta" mercede è funzionale al raccolto del Signore delle vigne e che solo a prezzo di una fatica che accorcia la vita e la depriva di ogni spirituale alimento, potrà aspirare ad un quarto di quanto gli sarebbe dovuto e che spetta a tutti i loro colleghi della chiesa universale del credito.Il cilicio viene applicato sulle carni e sull'anima degli adepti, fin dal momento della "conferma", quando cioè si è evinto dalla meccanica gestualità e dalla ripetitiva loquela, che il malcapitato è per sempe condizionato. Le concezioni eroiche e dolorose della vita, lo stoicismo fisico - meno quello morale - ne è una delle vissute virtù teologali. Si lavora aggravate dalle gravidanze e si ricomincia, sgravate, daccapo, anche dalla cassa, pur se la gamma delle possibilità è varia. Le teste, se riparte il business delle demolizioni potranno essere opportunamente convertite. Non c'è infatti capocciata che tenga: si sfruttano tutte le possibilità prima che la tumefazione diventi evidente per non alterare l'estetica aziendal-ambientale, si passa la notte con una braciola sulla parte contusa e, con un colorito da maggiordomo vittoriano, ci si fa ritrovare al proprio posto come se nulla fosse stato. In tutto quanto precede c'è uno spiccato barcamenarsi occulto, che si vale anche dell'affacendarsi del cappellano. E' evidente che manca il tempo collaterale alla gestione degli eventi. Tutto quello che esula dal proprio servaggio deve arrovellarsi in spire concentriche che tendono a restringersi in un solo punto. Le avvisaglie delle malattie incipienti, dato che non si possono prendere adeguati periodi di riposo, perché privati di ogni privacy al riguardo, vengono bellamente trascurate, i prelievi sierologici si fanno, ma se danno luogo ad ulteriori necessità di accertamento, non si trova la disponibilità del medico a lavorare di notte. Se poi si decide, arditamente, di cercare di affrontare le proprie patologie sperando che siano di breve durata, si è investiti da uno tsunami di telefonate dei colleghi in stato di semi detenzione e soggetti all'interessamento improprio ed illegale di tristi figure che, a loro volta si barcamenano con impiegati dell'accettazione per non incorrere nelle denunce del personale medico. Le visite fiscali sono frequenti e vengono riservate a chi non si confessa apertamente e non quantifica da sé i tempi del rientro. Gli interventi chirurgici si affrontano all'ultimo momento, lavorando fino alla sera prima ( per non tormentarsi con pensieri traumatizzanti ) e, quando si rientra, i punti di sutura "tirano" ancora, come traspare dalle smorfie e dalla postura deambulatoria dei nostri Enrico Toti. Lo stoicismo minore si subisce, più di quanto si eserciti, allo sportello, nella voliera dei sibili acuti, alimentati da un andirivieni che assomiglia molto a quello dell'orso impazzito per la detenzione in gabbia. Avanti e indietro, indietro e avanti, la civiltà sedentaria è ancora lontana per questi nomadi. Affluenza a ondate improvvise, come se si trattasse di un sol uomo; frotte di nevrotici frettolosi tutti insieme, mentre ai fischi si sovrappongono le chiamate telefoniche con sottofondo vocale. I bottegai chiedono, l'un dopo l'altro, monetine per i resti: scendi e risali, mentre gli avventori scalpitano e quando si lagnano vengono sempre creduti. Mi torna in mente l'arguzia del Dott. Pino che, interrogandomi durante la tregiorni di esame propedeutico all'assunzione, in Corso Vittorio Emanuele II, a Roma, mi chiedeva sornione: " lei lo farebbe il cassiere?" e alla scontata risposta affermativa, soggiungeva " sì, con quella gente che preme, vuol dire la sua e non capisce un cazzo?" Era anche lui uno psicologo, ma di altro genere rispetto a quelli padani e io non sfiorai mai la cassa, che era un bunker chiuso dai vetri e isolato dai saloni delle agenzie. Dicevo delle telefonate incessanti per colleghi quasi mai disponibili e per questo bisognosi di filtro, quando non sono all'esterno, impegnati in qualche battuta di caccia, non propriamente in veste venatoria. I salottini, spesso deserti, vengono improvvisamente occupati da comitive, familiari prevalentemente. Gli officianti sono talvolta della nostra Sinagoga, ma spesso si tratta di "erranti" di altre province che si incontrano a mezza via o, più frequentemente, al domicilio dell'agognato cliente. Il separé è utilizzato anche dagli affluenti dei promotori finanziari che, se non sono consuetudinari, telefonano per prenotarne uno..per un'ora. Se mi capita di dover far attendere qualcuno, in attesa di un'erogazione, mi sembra normale invitarlo ad attendere seduto. Lo fanno, quasi tutti, a luci spente. Comunque a sentire lorsignori, non è mai abbastanza. Si vive, perchè la condizione è più esistenziale che lavorativa, in un contesto organico di semi-clausura, nel quale l'unico scopo è la fortificazione degli azionisti - tutti reggiani - dei clienti del cerchio magico, spesso a loro volta azionisti, cementati da un connubio clientelare ma anche professionale, composto. in molti casi, da dinastiche conoscenze e semiparentali apparentamenti. Una coorte societaria e clientelare, cementata da interessi ed amicizie trasversali, minute e personali, in una immutabile compagine dinastica, nella quale i meritevoli famigli, reclutati nella strada e sottoposti ad una selezione soprattutto culturale e psicologica, fattoreggiano e si controllano reciprocamente, ut unum sint.

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