giovedì 21 marzo 2013

Quando si comincia una costruzione dal tetto..

Basta osservare gli sconvolgimenti sociali - di quelli finanziari m'importa poco - che l'euro-mito ha procurato, per apprezzarne tutta l'evanescenza e l'irrealtà. Per fortuna, perchè degli sconvolgimenti sociali, in queste società desindacalizzate e depoliticizzate se ne farebbero un baffo, l'euro-ipotesi sta procurando veri e prorpi sconquassi istituzionali. Se a mascherare quello greco si presta la politica marcia dei due partiti convergenti nella depredazione, il progetto di prelievo forzoso sui conti ciprioti sta provocando una sorda resistenza di quel mezzo governo, a cavallo fra Europa occidentale e rifugio di capitali russi, estorti o di origine criminale. Quanto le manifestazioni di piazza siano preoccupate della povertà incipiente sui 900.000 greco-ciprioti o funzionali a coprire l'improprio forziere degli oligarchi, non è distinguibile. Ma anche il Portogallo conosce, ignorate dai media, imponenti manifestazioni di protesta di una popolazione immiserita; la Spagna sta declinando più lentamente, date le sue dimensioni, verso la stessa deriva, l'irlanda ha ricominciato a languire, dopo una breve parentesi di innovazione e relativo benessere. Sta di fatto che l'euro, sia economicamente, sia politicamente, è un aborto che andrebbe abbandonato per ritornare al serpente monetario e al range di fluttuazione compatibile con le diversissime dinamiche economiche dei Paesi membri. La costituzione della moneta unica avrebbe dovuto essere l'ultimo atto dell'integrazione basata sulla rappresentanza e sulla salvaguardia delle tradizioni, culture, psicologie e specificità nazionali, già così varie anche al loro interno. Ma questo, evidentemente, non interessava, né interessa a nessuno che rappresenti interessi corposi, dietro il paravento del mandato popolare. Perciò , un'esperienza così incongrua e contraddittoria, andrebbe accompagnata all'estinzione, la meno traumatica che sia possibile. Per quanto attiene all'evidente corresponsabilità della corruzione domestica nel congiurare alla debolezza delle economie meridionali ( Irlanda esclusa )va pur affermato che un lontano processo di integrazione progressiva può solo basarsi sulla modifica civile e morale della politica domestica, in un contesto di unione e di controllo, escludenti se inosservati, ma realistici circa lo stato dell'opera. Altrimenti, il massacro sociale non sarebbe solo uno slogan e, pur nell'indifferenza degli strati privilegiati delle nazioni coinvolte, si accanirebbe per più di una generazione, sulla cittadinanza meno corazzata e ammortizzata, che ha tutta la titolarità per farsi sentire ed ascoltare.

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