giovedì 7 marzo 2013

Cultura popolare.

Una mail incentivante, questa mattina ci richiamava al peana guerresco che ripetiamo circa ogni tre mesi, prima dell'assalto ai forzieri, alle borse e ai portafogli, scopo e motivo di ogni campagna bellica. Il tono è da telecronaca sportiva; lo sport prescelto, il ciclismo. Una fatica che sapeva di miseria e sacrificio, di sforzi disumani, di muscoli e nervi compressi in corpi segaligni. Di tutto questo è riamasta solo l'apparenza; quei corpi, quei polmoni, non potrebbero reggere lo sforzo della competizione incessante, senza che fossero preventivamente drogati. La droga dei nostri produttori - ho scoperto - si chiama Ciani. Costui, come un telecronista, commenta risultati e classifiche, sputtanando pubblicamente i meno dotati, monitora costantemente gli andamenti, chiama a raccolta, nel trionfo o nella sconfitta, la squadra, dal direttore al cassiere. Ciani si occupa del comparto assicurativo, settore che coinvolge la quotidiana via crucis di ciascun produttore, insieme a tanti altri ingredienti della culinaria mentalità, per la quale siamo nati per essere Pacman. Il Ciani ammonisce, sferza, loda e deprime, ma, soprattutto, minaccia indeterminatamente, come se il risultato atteso fosse implicito e segretamente note le punizioni riservate agli inutili. Ho assistito, a Barcellona, alla reprimenda di un povero vecchio, scrollato da un giovane energumeno che gli rimproverava che "lo storpio", all'angolo ooposto, aveva fatto ben più di lui. Taluni concetti, talaltre espressioni, - non ricordo quali, né mi interessa ricordarle - non sono ammesse dal Ciani e se, auspica un rinnovato dinamismo da parte di chi, partito col vento in poppa, accusa un rallentamento è solo perchè sa che costui ha tanta carne al fuoco che andrà a cottura, forse in queste ore. Guai se non ci andasse. Il progetto assicurativo è arrivato alla quarta tappa di un "giro" destinato ad un esito trionfale di tutta la squadra giallo/verde. Si sottolinea che i migliori conseguiranno più che un'astratta gloria: più onestamente avrebbe dovuto dire "poco più che un'astratta gloria", gli avanzi del pranzo del padrone di cui lui è il fattore. Che certe - mi rendo conto - a stento contenute blaterazioni di regime non si scontrino con una replica degna di tanta grossolana e violenta maleducazione, è indice della sedimentazione del medesimo, che costringe al proprio angusto interno, tutte le dinamiche nervose che so essere in atto in molte delle persone meno elementari e grossolane nell'ambito del "gruppo". La scelta della metafora ciclistica rivela un' ancora non superata mentalità da poveracci verso poveracci inermi e che solo diventando come Ciani potranno opprimere per liberarsi dell'oppressione immediata. Le intimazioni assomigliano a quelle che i caporali rivolgono alle reclute o ai braccianti ingaggiati in piazza. Questi poveri epigoni di un bunkerizzato fascismo non sanno neppure applicare la giusta metafora di gioco al coercitivo sistema di sfruttamento dei rimodernati venditori di enciclopedie a domicilio: il gioco più idoneo a rappresentare la mentalità commerciale è infatti il baseball, nel quale uno scarso numero di competitori deve carpire le basi, fino a completare il giro dell'ideale diamante, scapicollandosi e gettandosi sulle basi, in modo da precedere la palla di pelle e piombo che, intercettata da una linea esterna dopo la ribattuta della mazza, corre veloce verso il fortino da conquistare e anticiparne l'arrivo. Questo è, infatti, conseguire l'obiettivo, rendendo vano il tentativo di sottrarsi all'escludente destino degli avversari. Recitando a soggetto, Ciani o chi per lui, resta appeso alla sua sottostante cultura che è poi quella aziendale: il fascio di "combattimento". La greve mentalità materialistica non può dare risultati diversi, venuta meno quella collettivista, nella quale il peso dell'oppressione era ancor più totalitario e coinvolgeva la "cittadinanza" stessa, è il rinato fascismo degli obiettivi a farla di nuovo e senza mascheramenti, da padrone del gioco. Il prossimo rendiconto incombe e ciascun produttore sarà analizzato, pubblicamente eletto all'ammirazione o additato al disgustato disprezzo, senza che gli ammiratori o i dispregiatori siano ancora dotati di libero arbitrio. " Se foste pagati a provvigione, questa sarebbe ( l'auspicabile ) cifra della vostra motivazione", garantiti fannulloni, mangia a ufo e l'istinto di sopravvivenza vi condurrebbe al ( nostro ) successo, oppure al suicidio conseguente alla constatazione della vostrà inanità, come quel manager senese, speaker del Monte dei Paschi, liberandoci così dal vostro peso morto. E se qualcuno, invece, facesse come quell'imprenditore di Perugia che, prima di farla finita, ha voluto portare con sé anche i suoi persecutori?

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