martedì 18 agosto 2009

Flatus vocis o del meteorismo cerebrale che ammorba il pensiero.

Il nostro addetto alla vendita di ciò che non sa, sproloquia tutto il giorno e, deformato dal mestiere, lo fa anche se non si adopera per vendere il fumo aziendale. Talvolta sproloquia di politica e lo fa con lo stesso tono imbonitorio e sotto traccia minaccioso ed incalzante, col quale cerca di trarre qualche egoistico vantaggio dal costume aziendale, senza nessun rispetto per la dignità degli altri. Probabilmente non sa neppure che cos'è- se così non fosse non potrebbe cercare di convincere gli avventori della bontà del suo vino, anche se sa che è al metanolo. Lo stesso plebeo atteggiamento - evidentemente non ne conosce altri - lo adopera per tutelare la sua posizione di avente "tutti i diritti", con questo o quel pretesto. Ora che, senza mai applicarsi oltre lo stretto dovuto, dopo essersi ritagliato posizioni ripetitive e comode ed approfittato, sostando, di una bislacca norma per ottenere un piccolo inquadramento, non ha cambiato atteggiamento e, da dietro la sua scrivania, continua a predicare impieghi a chi non sa dove mettere i soldi.
Convinto della sua ridotta e materialistica verità-menzogna, di lui non resterà alla fine che "flatus vocis", in un indistinto ciarlare,anche alla memoria, fra persone tutte egualmente già convinte, a prescindere appunto.

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