lunedì 24 agosto 2009

Destini e destinazioni.

Questa filiale, quindi, rischia la chiusura. Non ci sorprende, è una possibilità che la logica contempla. Sorse ad ospitare una nuova Sede di una piccola banca romana a partecipazione statale. L'allora direttore, d'accordo con il proprietario, si è pagato il mutuo della sua casa, trattenendo il 20% della pigione aziendale. Con quei soldi, il padrone di casa, oltre a manutenere le mura e le strutture, si è certamente assicurato altri immobili, dato che gestisce un'impresa di costruzioni. Come farà ora a pagare l'I.C.I., dato che l'immobile è di lusso? E' probabile che la lobby degli amici interessati si attivi per un'altra banca o, più probabilmente, per due, tre società di servizi che potrebbero dividersi gli oneri di rappresentanza. Come gli extracomunitari e le loro abitazioni ad uso foresteria. Bei tempi, quando lo Stato pagava per gli amici e, fra amici, ci si dava una mano per edificare dimore dove poi festosamente raccogliersi e tramare nuovi affari a spese dell'erario e delle pastose società che, dopo essere state l'spedale e poi il motore dell'economia italiana, erano diventate la greppia dei politici e dei loro funzionari che, del piatto comune al centro del tavolo, cercavano bulimicamente di arraffare la maggior parte. Chi ha avuto, ha avuto, chi ha dato ha dato. L'inno di Mameli invocava la solidarietà massonica, la marcetta napoletana la propensione a speculare sulle cose. Che c'entra il "va pensiero"?

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