mercoledì 26 agosto 2009

Criteri di prevalenza.

Ilan Pappe è uno storico israeliano legato a movimenti del suo paese che si oppongono alla rimozione della verità storica sugli insediamenti ebraici nella Palestina, attuati fin dal 1948 e mascherati da isole ecologiche, prima desertiche - dice la propaganda turistica - ed a centri ricreativi. Anche molti suoi colleghi asseconderebbero la vulgata del potere, risalendo anche a mitologiche epoche bibliche. Con pedante genealogia da storico, Pappe ripercorre tutti la storia dell'occupazione sionista della Palestina, da secoli abitata e coltivata da Palestinesi, progressivamente espulsi dall'esercito e dai servizi segreti del costituendo Stato d'Israele, al quale aveva fatto posto il cessato Mandamento britannico. Secondo Pappe, la preoccupazione del Governo d'Israele è stata ed è tutt'ora di preservare la prevalenza numerica degli ebrei sugli arabi, nonostante la bassa natalità dei suoi connazionali. Per assicurarsela, hanno provveduto all'espulsione sistematica degli abitanti e camuffato le denominazioni preesistenti, cercando di cancellare la storia di quei luoghi.
I ricorrenti piani di pace sarebbero stati tutti redatti secondo gli intendimenti israeliani. I sionisti avrebbero anche sistematicamente affrettato le deportazioni prima dei periodici "cessate il fuoco!" che hanno caratterizzato i mordi e fuggi dal dopoguerra ad oggi. Gli insediamenti ebraici nella terra promessa erano spontaneamente cominciati fra la fine dell'Ottocento ed i primi del Novecento, ma il progetto di uno Stato per gli Ebrei aveva preso corpo mentre, nell'Europa orientale i camini fumavano ancora, con la bieca furia distruttrice del regime nazista in agonia. L'ansia di "finire il lavoro", pare purtroppo una costante di ogni volontà prevaricatrice. Così hanno tentato di fare i Serbi nella ex Jugoslavia, nei confronti delle altre etnie e gli Hutu contro i Tutsi in Ruanda. Gli Ebrei, costituitisi in Stato, non si sono comportati diversamente, espropriando i terreni dei coloni palestinesi, distruggendone le case e relegandoli nel ghetto sovraffollato e malsano di Gaza, sulla quale si sono recentemente accaniti, perché il movimento di Hamas continua a punzecchiarli e a non accettare questa situazione. Ma mentre i Serbi sono stati duramente, infine, repressi, verso gli Israeliani, le potenze europee e nord americana, vincitrici della seconda guerra mondiale, hanno sempre fatto finta di non vedere, consentendo ai sionisti non coinvolti nei pogrom nazisti di atteggiarsi a vittime per comportarsi da predoni e persecutori, introducendo, per questa via, i prodromi di quella contesa culturale dietro la quale opera oggi il terrorismo islamico. Mentre i Paesi arabi, ammansiti agli americani non destano per Israele preoccupazioni ( Egitto, Giordania, che tentò più volte di spartirsi la Palestina con Israele, ma non ne accettò i profughi, sterminandoli nel Settembre nero ), per ragioni di supremazia regionale, l'Iran - non arabo - e la Siria, finanziano, organizzano e fomentano la resistenza armata dell'Hezbollah in Libano e di Hamas nella striscia di Gaza. Per questo potrebbero dopo la fine di Saddam, precedentemente utilizzato contro l'Iran e poi allargatosi troppo, essere i prossimi scenari di guerra, mentre Al Quaeda trama contro i regimi arabi filo-americani, portando la guerra terroristica anche in nord America e in Inghilterra, senza trascurare di punire le zelanterie di altri Paesi.

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