domenica 27 giugno 2010

Percorsi e itinerari.

Lungo il Corso, detto via dell'Indipendenza, che dalla stazione centrale porta alla Piazza Maggiore e viceversa, stazionano, alternandosi, mendicanti professionali. Si tratta di una professionalità dipendente da organizzazioni criminali che assegnano i posti, ne stabiliscono i budget, ne confrontano le performances. l'aggio sulla mendicità è praticato in tutto il mondo, con modalità simili, quando non identiche. Sono circuiti collaterali allo sfruttamento di altre forme di servaggio, dalla prostituzione, al lavaggio carpito dei parabrezza, ai fiori coltivati in serre al neon, identici nel formato, nella colorazione e nell'obsolescenza, a Bologna come a Barcellona.
Quando ero bambino, il mio papà mi consegnava talvolta qualche monetina da dare ai poveri. Erano pochi noti, che invecchiavano mentre io crescevo, sempre allo stesso posto, per lo stesso orario ( quello dei loro aguzzini ) . Ne ricordo uno, giovane e magro, ma già canuto, fuori da una libreria economica, a lato della Loggia del Podestà, storica sede della Camera di commercio.
Era cieco e tremolante, mite e rassegnato. Sentiva cadere le monetine nel berretto, si animava per un attimo, ringraziava e tornava a vibrare sommessamente.
All'alba e a sera, una coppia di bruti, maschio e femmina, lo accompagnava al lavoro e lo riportava chissà dove.
Sempre uguale, apparentemente senza tempo.
Ero già giovane quando, improvvisamente, sparì.
Oggi lo sfruttamento è industriale e interseca ogni lobby appartata e sorridente, a cominciare dai Cinesi che sono i grossisti dei vu' cumprà, con i loro laboratori clandestini, la loro scala economica e imprenditoriale gerarchico-familistica, la loro rete commerciale integrata ( quasi cinquanta ristoranti nella provincia di Bologna, senza contare i bar e le tavole calde con servizio a domicilio ).
Basta non creare problemi evidenti, cioè al cittadino borghese e la legge diventa un optional.
Che fine fanno, a fine carriera questi reietti, prodotti della vita...senza mediazioni?

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