domenica 6 giugno 2010

Milone

Milone, ho preso una topica colossale.
Confuso dalla Passione, dalla Responsabilità e dalle dinamiche aziendali che mi hanno rimesso in circolo dopo tre anni e mezzo di segregazione, oltreché dai salti temporali che la toponomastica viaria offre offre ai viandanti, ho scambiato la festa per l'istituzione della Repubblica, con la vittoria dimezzata nella prima guerra mondiale, come la definì Dannunzio, l'irredentista.
Ricolloca, te ne prego, i tempi, i luoghi e le date e scusa la defaillance neuronale.
Incipit dell'età che avanza, crassa ignoranza o, chissà, lapsus freudiano?
Nella prima guerra mondiale combatté, al fronte, mio nonno, che per sfortuna anagrafica fu anche mobilitato nella seconda, quando era già adulto e con famiglia.
Fu catturato, si ammalò, ma riuscì a portare a casa la pelle, conservando fino alla fine il suo carattere mite, sovrastato dall'impetuosità della pur ottima moglie, fedele a lui ed ai principi di quelle epoche, per tanti versi così sfortunate.
Invece, il 2 Giugno '48, data del referendum istituzionale che sancì la Repubblica, era ancora viva la mamma della mia nonna materna che, pur essendo di condizione modesta, ma austera e fedele ai canoni cattolici della sua epoca, si premurò di votare per la Monarchia.
"Ho votato per il simbolo con il cappellino", il copricapo dentellato della Repubblica, simile, per gli umili, ad una corona.
Si sostiene in sede storica che la Vandea di allora prevalse e che il ministro degli affari interni Romita "imbrogliò" i dati.
Così nacque la nostra Repubblica, come la vittoria dimezzata del pervertito Aedo nazionale.
Per questi bei risultati, milioni di morti; trentasette calcolati nel 1918.
'18 - '48..domani vado dal medico. Ma non temere, Milone, non mi metterò in malattia. Continuerò a scriverti con passione e responsabilità.
Scusa, stavolta, la confusione.

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