mercoledì 23 giugno 2010

Milone

caro Milone,
roteando proattivamente sulla mia seggiolina con rotelle, ho colto l'habitus dei camerieri del ristorante Diana, in attesa dei rarissimi clienti della colazione del mezzodì. A volte la sala resta desolatamente vuota, ma loro presidiano i tavoli nel loro completo cremisi, quasi bianco, decorato da una cravatta nera, simile a quella che portavano gli uomini in lutto quando io ero bambino, in alternativa ad un bottone nero all'occhiello.
Il portamento, l'espressione, tradiscono Passione e Responsabilità, anche se, all'ora del pasto non consumato al loro desco a pagamento, li vedo percorrere l'ambito ristoratore, sbattendosi ritmicamente il tovagliolo sull'avambraccio, senza la compostezza abituale.
Davanti a me, invece, sciamano con passo felpato, ritmico e flessuoso i miei colleghi Credem'a me: gli uomini con grisaglie e cravatte ton dur ton, le donne con mises pratiche ma eleganti. Gli uni e le altre hanno sul volto un cipiglio professionale altero, che si scioglie subito con i trasandati, ma ricchi clienti.
Intorno a me si agita la proattività passionale e responsabile di tutto il personale, che mi investe di ogni adeguamento procedurale e normativo, di ogni sistemazione di sospesi, di ogni integrazione occasionale.
Mi guardo attorno, smarrito, lento di riflessi come sono, ammirato ma inadeguato a tanto fervore.
Buon appetito, Milone.

Nessun commento:

Posta un commento

Sono graditi i tuoi commenti