sabato 19 giugno 2010

Milone.

Caro Milone, voglio raccontarti un episodio, capitato poco fa, alle 9 a.m.
Si è presentata una signora, in procinto di partirire una bambina, mi ha detto en passant...
Voleva versare due assegni in dollari che le erano stati rilasciati da una associazione ematologica ed oncologica di una Università americana.
La dottoressa, senza birignao e cicisbeismi, anzi, con aggraziata semplicità, diceva che la figlioletta avrebbe dovuto essere già nata.
L'ho fatta accomodare in un salottino che, per la mancanza di climatizzazione sembrava un forno. Ho poi chiesto se c'era qualcuno disponibile ad effettuare l'operazione di versamento in valuta nord americana, ma, con passione e responsabilità ci si stava occupando di altre beghe di non specificata natura.
Ho raccolto personalmente, firme, girate copia di un documento di riconoscimento, quando la ricercatrice, che doveva ricoverarsi e che non aveva evidentemente nessuno da delegare, più tardi, a perfezionare la banale transazione, ha deciso di procrastinare l'incasso, con equilibrio e prudenza.
Con calma e pigrizia una delle due femmine crudeli, individuate per l'esecuzione, che di figli per ora non ne fanno, per evitare di dover inviare le quattro poste elettroniche previste dal regolamento aziendale in questi casi, si chiedeva: " avrei bisogno di un caffé."
"Posso uscire?"
"Due minuti, va bene." - rispondeva l'altra - " No, se non vieni tu, lo sportello non può essere lasciato solo ( sic! )".
Un caso di responsabilità pusillanime...solo verso il dio aziendale che le ha convinte di poterle punire. Nessuna attenzione per l'umano bisogno.

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