mercoledì 23 giugno 2010

Milone

Scioperare o non scioperare, caro Milone? Per te il problema non si pone; quando mai si è visto un gladiatore incrociare le braccia? I lottatori, per sopravvivere, devono sopprimere i competitors e godersi una fuggevole pausa ristoratrice, prima di riprendere per i capelli la propria incerta esistenza.
Non è così per i salariati, che possono astenersi con ritenuta alla fonte il mese successivo e, percentualmente, sulla tredicesima, a fine anno.
Pur rispettando il tradizionale manifesto politico della CGIL, unica opposizione, per surroga, di questo Paese, non ne condivido, come in passato, l'ideologia di fondo. Se non si fosse sciolto dopo soli due anni, 1946-1948, avrei aderito con passione al Movimento di Giustizia e Libertà. Per ora, ho smesso addirittura di votare.
Però, se dovessi attribuirmi una ideologia, un corpo di pensieri e di sentimenti, sarebbero laici, illuministi, sensibili alla crescita morale, oltreché economica della mia società e, in questo senso, che un pinco pallo, non indispensabile, ben visto soprattutto dagli evasori fiscali, si permetta di pensare di poter chiudere la bocca ai suoi concittadini, mi perplime.
Casomai, lo sciopero non servirà a nulla, ma ci penserò stasera.
Ciao.
Pier Paolo

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