lunedì 21 giugno 2010

Milone

La segui, Milone, la FIFA Word Cup?
Le squadre più accreditate stentano nel girone iniziale, in attesa di misurarsi fra di loro negli scontri diretti.
In fondo, le squadre minori adottano al tattica ostruzionistica che ci ha reso famosi con Nereo Rocco, quando eravamo poveri.
Molte delle nazioni che praticano il catenaccio tattico, cioè a tutto campo, chiudendo ogni spazio alle invenzioni dei più tecnici competitori, puntano alla visibilità mediatica ed all'acreditamento nel lucrosissimo mondo del business pallonaro.
Sono in genere espressione di nazioni tutt'altro che povere o dotate di campioni da esportazione.
Rischiano invece di uscire dalla competizione al primo turno tutte le nazionali africane, che non rinunciano a giocare e manifestano talune ingenuità organizzative, pur essndo dotate di ottimi elementi e valendosi dei consigli di tecnici girovaghi.
Devono pagarli molto di più di quanto consentirebbero le loro condizioni, stimate sul reddito pro capite e non sulle rendite da materie prime per i paesi ex coloniali, se fra gli anonimi girovaghi, compare anche Sven Goran Eriksson , già trainer della Lazio, già C.T. dell'Inghilterra, con qualche interesse commercial calcistico, ma anche come "console onorario" di una multinazionale arabo-britannica.
Il torneo, del resto, si svolge in Africa solo geograficamente, dato che l'estrema propaggine meridionale del continente, abolita l'apartheid si è evoluta verso i mercati globali, relegando nella miseria, nell'AIDS e nella criminalità i discendenti di quegli ingenui contestatori che preferivano morire anziché vivere da afrikaneers. Lo stesso movimento del Nelson Mandela, durante la sua lunghissima detenzione, si è reso protagonista di ogni sorta di corruzione.
Forse è per questo che tutte le nazionali africane rischiano l'eliminazione al primo turno, peggiornado le performances delle edizioni precedenti.
O si trata, invece, di carenza di Passione e Responsabilità?

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