domenica 6 giugno 2010

Milone

Caro Milone,
dalla mia vetrina sul corridoio interno dell'involuta Sede, che si articola per anse e gomiti, a spirale, con due salette per appartarsi, illuminate a basso consumo, avverto alcune affinità di situazione con le etére moderne di Amsterdam e osservo la vita che scorre, per flussi e riflussi, davanti ai miei occhi.
Panta rei, mi verrebbe da dire, poi, invece, medito che, più appropriatamente, trattasi di occlusione fognaria che potrebbe esondare.
L'ambiente è felpato, la consuetudine è fatta di cordialità complice o del minimo di parole necessarie. Diversi depositanti sono abituati a farsi intendere con un ammiccamento, allo sportello; poi scendono in caveau a depositare il nero nelle cassette di sicurezza. Qualcuno squaderna fasci di banconote per depositarne un po' di quà e un po' di là, in un'altra nostra filiale o in un'altra banca.
Sono in buona parte contanti.
Riceviamo anche i domestici dei depositanti o i loro salariati, che cambiano assegni per incassare lo stipendio. Sono assegni di altre filiali, per lo più regionali, anche se loro, dirottati a Bologna per lavoro, li prendono al netto di onerose commissioni. Un datore di lavoro ha bonificato personalmente uno stipendio, invece, per valersi delle facilitazioni ( 0,52 cm. )
E' proprio vero, c'è un dare e un avere nella vita ( è anche un po' la nostra dottrina ) e qui si versa con metodicità. Un po'. ma proprio un po', si consente di attingere con padronale accondiscendenza e parsimoniosa prudenza.

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