lunedì 29 ottobre 2012

Paradossi italiani.

Il PD e la UDC eleggono un Governatore che da giovane fu antimafia e militò nel PCI. Forse, è in questa presa d'atto che i tempi cambiano, che il mio coetaneo, rappresentante del nuovo, addirittura rivoluzionario, ripone la sua originalità, ma meglio sarebbe dire la sua rigenerazione. E', in vero, un vecchio trombone ultraresistente della politica che sale alla presidenza della regione più autonoma e più sovvenzionata d'Italia e che, attraverso le sovvenzioni, esercita il clientelismo più fantasioso. Ma il Governatore non avrà la maggioranza nel Consiglio regionale: quella relativa è andata ai grillini, quella di coalizione, intrisa di intrallazzi e di mafiosità - come ha sottolineato, in altri termini Casini -, si vedrà. In fondo, la Sicilia è confermata e garantita nei suoi assetti, mentre l'Italia si avvia ad essere sempre più montiana, con la UDC, alla quale si potrebbe togliere la "U", in funzione di garante di ogni gattopardesco conservatorismo. Nel contesto siciliano, l'stensione maggioritaria sarà considerata ed assorbita come tradizionale acquiescenza. Starà ad una sommersa società civile, manifestarsi e far valere le sue maggioritarie ragioni, a prescindere da appartenenze prive ormai di qualsiasi riferimento reale.

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