giovedì 11 ottobre 2012

Congedi dai ricordi.

Se ne è andato, neppur troppo vecchio, ma minato nella salute da infarti, demenza senile e non so che altro, un autentico campione del calcio mondiale: Helmut Haller, splendida mezzala sinistra del Bologna con il quale vinse l'ultimo, lontanissimo scudetto della società rossoblu. Andavo allo stadio a quei tempi e lo ricordo molto bene. Anzi, ricordo l'intera formazione che giocava, come si fa solo in Paradiso: Negri, Furlanis, Pavinato, Tumburus, Janich, Fogli, Perani, Bulgarelli, Nielsen, Haller, Pascutti. Negri, "Carburo" era anche il portiere della Nazionale, davanti a lui una difesa rocciosa e sufficentemente tecnica, centralmente chiusa dallo stopper Tumburus dal libero Janich, due boscaioli in gita campestre, coadiuvati a sinistra da Furlanis e a destra da Pavinato. Già tre friulani, Furlanis, Tumburus e Janich oltre a un veneto, Pavinato. Davanti a loro, come raccordo arretrato con il centrocampo, giocava il fiorentino Fogli, a destra svariava e spesso segnava Marino Perani, bergamasco. Poi il regista della squadra, Giacomo Bulgarelli, mezz'ala destra, il grande Arald Nielsen "Dondolo", goleador danese e uomo di grande equilibrio, mitezza e educazione, più volte vincitore della classifica marcatori. Mezz'ala sinistra e,a sua volta, grande regista, molto incline al goal, era Helmut Haller, incontenibile nel suo caracollare palla al piedi, portandosi appresso i marcatori, fin verso l'area o dentro l'area stessa, dove tirava in porta o formulava l'ultimo passaggio. Ala sinistra e seconda punta, un altro friulano, Ezio Pascutti. Goleador di razza e maratoneta della fascia sinistra superiore del campo. Quanti nazionali: Negri, Tumburus e Janich ( poche volte ), Fogli e Perani, Bulgarelli e Pascutti. Nielsen e Haller nella formazione danese e in quella tedesca. Haller segnò anche il goal del temporaneo vantaggio della Germania dell'Ovest contro l'Inghilterra, che pareggiò con il "goal fantasma" e si impose ai supplementari, giocando a Wembley. Haller aveva le movenza tranquille del campione, non era un atleta frenetico, come usa oggi, ma un fondista che sapeva prender palla con un'ottima disposizione tattica e che raramente se la faceva togliere dai piedi. Fu un beniamino particolare del pubblico bolognese; del tedesco aveva poco, amava ridere e divertirsi, restò famosa una sua sbronza in autostrada con un camionista napoletano incontrato per caso. Restò al Bologna per lunghi anni, come quasi tutti gli altri suoi compagni, che diedero luogo ad un ciclo, mai più ripetutosi, di piazzamenti di vertice e, soprattutto, di bel gioco. Trentenne, andò alla Juventus, con la quale, prima di ritirarsi, vinse altri due scudetti. Haller è morto precocemente o, almeno a non tarda età. Ha avuto tre o quattro mogli ( è controverso ) ed è vissuto fino ad oggi, giorno della sua fine, in una cittadina tedesca. Ha sempre partecipato a tutte le celebrazioni societarie del Bologna e, quando le sue condizioni di salute sono declinate, non ha mai fatto mancare il suo messaggio. Restano, nella mia memoria, immagini esteticamente belle e sportivamente gratificanti di un ottimo virtuoso del pallone, insieme ai suoi compagni ritratto in fotografie che io ho vissuto, da giovane spettatore, che fanno da pareti al club di incontro e ristoro, ai piedi della tribuna centrale dello Stadio comunale, ex littoriale, che oggi porta il nome di Renato Dall'Ara, ultimo Presidente scudettato della storia rossoblu.

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