domenica 27 maggio 2012

Chi vale, se è onesto e parla chiaro, può subire periodi di lunga eclisse, ma poi, facendo semplicemente quello che sa fare, torna a manifestare i suoi talenti. Non sarà saldo come la roccia su cui poggia la Chiesa cattolica, ma il tabagista boemo Zdenek Zeman, la stoffa del tecnico di valore la possiede e anche del sincero e irriguardoso polemista, capace di scoperchiare il pentolone graveolente della chimica sportiva, quella di cui stanno morendo numerosi calciatori che hanno militato negli stessi anni, nelle stesse squadre. Riesumato alla guida del Pescara, in serie B, ha vinto il campionato e valorizzato alcuni elementi della sua squadra, in particolare il centravanti, ruolo nel quale Zeman sa scegliere i migliori. Il gioco del Pescara di quest'anno è stato spettacolare, vivace, partecipato e gioioso, come deve essere, o meglio dovrebbe, se a corromperlo non ci fossero troppi interessi economici e figure losche a dirigerlo, mentre i calciatori sono sullo stesso livello morale e culturale dei loro supporters. L'espressione della sua filosofia di gioco appare vincente nelle società piccole, nelle quali riesce a non farsi intossicare dai troppi interessi rappresentati. Zeman si intossica solo con le sue sigarette. Non è, quindi, una roccia.

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