domenica 16 gennaio 2011

Milone

Caro Milne, Thor ha trovato lavoro e, per quella paradossalità della vita che tante volte ho verificato, da senza tetto che è stato per quattro mesi, sotto la volta dell'ufficio I.N.P.S., a ridosso di una aiuola, alla fiera campionaria, in compagnia, a tre, quattro passi, di altre disgraziate senza patria e dei loro frettolosi consumatori, è diventato, a tempo indeterminato, poertiere d'albergo.
La morte, in rapida sequenza, del padre e della madre, il pignoramento dei beni, in Germania, la vita errabonda che il papà aveva imposto alla famiglia per ragioni di lavoro, lo avevano lasciato in balia degli eventi.
Non voglio attribuirni ciò che non è mio: il merito esclusivo della sua rinascita è stato di colei che prima era la mia simil-moglie e della sua migliore amica.
Adesso, superata la fase della sopravvivenza, sta entrando in quella del disagio della civiltà. Lo aiuteremo ancora. Se vorrà, sarà dei nostri.
Questa mattina, angosciato per il possibile ritardo che il mondo ostile stava provocando al mio incedere, ho intravisto un altro clochard che stava rimuovendo il suo giaciglio da sotto un porticato.
Chiodo scaccia chiodo.

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