lunedì 24 gennaio 2011

Milone

Bunga, bunga consulenziale, oggi in Sede.
Agili, flessuosi e sorridenti, i consulenti scivolano sui tappeti, come Aladino, cercando di condurre i reticenti clienti che hanno convocato, nei salottini. Un aficionado del tempo che fu, si ferma un attimo per chiedermi ragguagli circa l'opprtunità di mantenere un rapporto, "tutto a pagamento" con il Credem'a me. Gli suggerisco di non demordere e di rilanciare sui servizi domiciliari. Traditore! Di chi? Di chi non ha rispetto di se stesso?
Quando i ruoli sono coperti, il padre guardiano, Giuliano d'Aversa, mi consola, dicendomi che "crede" che Yogi o Bubu ( te li ricordi, Milone? ) "abbiano bisogno di me". Vorrebbe farmi sentire importante, ma non mi sfugge che hanno bisogno di me solo per un'ora. Nessuno mi ama. Così ho preferito scriverti.
Il mio amico Thor, forse il figlio che non ho avuto - non ho mai ricevuto reclami - ha superato la prima settimana di prova ed è stato confermato a tempo indeterminato nella sua conciergerie. E' contento e noi siamo contenti. L'approccio al mondo civile non è stato indolore. Lo chef, che voleva piazzare suo nipote, il secondo giorno lo ha apostrofato, chiedendogli se era già in grado di catalogare la clientela come facciamo in banca: mass o family, personal o affluent, corporate e via attribuendo...come a Roma, al parcheggio. Ha risposto che non e che, come previsto, avrebbe preso parte al corso all'uopo organizzato, questa settimana. Lo chef è esploso: "assumono della gente che non sa fare un cazzo!! e via cazzeggiando nel ribadire il concetto. Thor, che, nonostante tutto, discende da magnanimi lombi, dopo un po' gli ha replicato: "se lei si fa di "bamba" in continuazione, non la considero una buona ragione per mancarmi di rispetto. Per me, il rispetto è tutto e non transigo". Bamba, ho appreso, è la cocaina, nel gergo dei senza fissa dimora. Thor non l'ha mai assunta, come ci aveva detto e come ci ha confermato la polizia di Stato. Nei centoventi giorni di vita in strada ha conosciuto tanti tossici (fisici) ed ha imparato a riconoscere i cocainomani dalle ulcerazioni caratteristiche che ne corredano le narici. Dopo un po', lo ha preso da parte: "chi te l'ha detto?" "Sono in grado di riconoscerne i segni." "Ti prego (sic!) di non dirlo a nessuno." Grande scuola anche quella della strada, Credem'a me Milone, come per i cronisti e, immagino, per i promotori esterni.
Bunga, bunga, vecchio mio.

Nessun commento:

Posta un commento

Sono graditi i tuoi commenti