lunedì 14 gennaio 2013

Pagine che si chiudono.

E' morto Prospero Gallinari, fondatore, negli anni '70 delle Brigate rosse, dopo essere uscito dal PCI ed aver preso a riunirsi con altri militanti e fiancheggiatori della rinata formazione partigiana - piaccia o non piaccia agli eredi del fu comunismo - in un appartamento in via Emilia San Pietro. E' stato fra i carcerieri di Aldo Moro, ma non il suo esecutore. Fu piuttosto lo zoppicante dattilografo del suo memoriale, sparito nella versione calligrafica dalla quale lo ricopiò e mutilato di almeno trenta pagine, mai più ritrovate. Dopo la carcerazione, in casa corcondariale e poi a domicilio, a Reggio Emilia, non si lasciò sfuggire una sillaba sulla sua vicenda di combattente, come Moro stesso riconobbe a lui e ai suoi compagni, rifacendosi alle sue conoscenze di diritto internazionale, venendo negato, cassato, sostanzialmente insultato dalla politica non in vincoli. Verrebbe da chiedersi perché tanto spirito di violenza in una provincia così piccola, che ha dato i natali ad un altro leader nazionale del brigatismo degli anni '70, Alberto Franceschini, se non se ne conoscessero la storia caratterizzata dalla assoluta miseria delle plebi rurali in rapporto alla ricchezza degli agrari, parassiti e assenteisti ( non lavoravano ). Gallinari stesso era di origine contadina; "Un contadino nella metropoli", si intitola il suo libro di memorie, in cui rievoca la sua partecipazione alla colonna romana delle B.R. e la sua partecipazione al sequestro dell'On Moro ed alla strage della sua scorta, senza mai accennare a nessun dato sensibile della vita e dell'organizzazione brigatista, vissute dall'interno. Nell'88 dichiarò, insieme ad altri brigatisti che " lo Stato aveva vinto" e che tutti i militanti brigatisti erano stati arrestati ( probabilmente, falso ). Se ne è andato, stroncato dal cuore in pezzi, ma non per il rimorso che non ha mai provato. Chissà se fra i redditieri di una provincia, oggi equilibrata, qualcuno coltiva o ha coltivato consapevolezza e pentimento per l'assoluto e provinciale egoismo della loro condotta?

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