venerdì 11 gennaio 2013

Emergenza, il segreto dell' eccellenza.

E' appena terminata l'emergenza natalizia e, credem'a me, ci siamo immersi in quella virale. Con i pochi soldi che riconosciamo, a malincuore, alle nostre sparute maestranze, queste ultime non hanno nemmeno i mezzi per pagarsi un vaccino in fiala e cadono, come mosche, sotto l'assalto delle sindromi influenzali. Appena avvertono i primi sintomi, ancora sulla tazza, telefonano al "caporale", che, col supporto dei suoi omologhi, differenti solo per una vocale, redistribuisce le braccia. Avevano appena rimpinguato il bancomat ed eccoli forniti di un'altra cash "sotto scorta", in una località da raggiungere con i propri mezzi per poter essere puntuali e potersi trattenere a sera, affrancati dal condizionamento degli orari dei treni e delle corriere. Ti capita di telefonare in altra provincia e vieni informato che la collega Tal dei Tali, ieri febbricitante, oggi è in servizio presso un'altra imprecisata filiale, che tornerà domani, proprio mentre un tuo collega fa sapere di essere anche lui malato e promette contestualmente di essere presente il giorno successivo, con la cornetta del telefono in cima a un braccio e l'altro trafitto dall'ago di una flebo di antibiotici...poi non ce la fa, come probabilmente immaginava. Diluisce ancora la sua assenza influenzale, timidamente, giorno per giorno. Dispitto fra i presenti che avevano aggiornato tutti i suoi appuntamenti e fra i delusi dall'annunciato rientro. Le mail si accumulano, coloro che aspettano le sue risposte, chi ha il proprio fermo posta cartaceo presso di lui, leggeranno le missive con ritardo, a meno che qualcun altro non gliele rechi; la sua scrivania è ingombra: quando tornerà dovrà fare la notturna e, forse per questo, cerca di non far caso al termometro. Anche il tutelato di legge viene richiesto di "esserci" il tal giorno - come se dipendesse da lui - assimilando e subordinando la legge al (mal)costume, la norma alla prassi e, purtroppo, l'assimilato "sindacalmente" ( si fa per dire )"stranamente" si adatta, si plasma, contribuendo perversamente all'amalgama che, a questo punto, non insiste più - non potendo realisticamente riprovarci - nel tentativo di espellerlo. Anzi, lo glorifica in carta pergamenata e con quattro soldi. "Essendoci", consentirà di tarare le attività im guisa che, almeno alla mattina, Tizio e Caia non siano soggetti a dispersioni e diluizioni (im)produttive. "Guidobaldo si è slogato! Di che slogatura si tratta? Se è simplex, quello lì, forse viene a lavorare; se è complex, è capace di stare a casa due giorni e si creano dei problemi a Calderino, a Roccafredda..e io volevo andare in ferie due giorni". "Pronto, Sgorbio, che cazzo hai fatto?" Un avventore si chiede e mi chiede se la sua tessera bancomat potrebbe essere guasta, dal momento che i due cash dispenser sul Corso non gli hanno dispensato niente. Eppure, sono stati ricaricati ieri sera. Resta col dubbio e paga le commissioni di sportello. Quando un galoppino di un'altra scuderia si approssima e, contemporaneamente, la procedura ( lo )rallenta, lo vedo ripiegarsi, svettare all'incontrario come una frusta, raggomitolarsi, scalpicciare, sento sfregare le sue suole sul pavimento: sembra che stia per pisciarsi addosso. Invece, freme per l'incombenza degli altri impegni o per portarli a termine nel minor tempo possibile e godersi una pausa, o incastrarci qualcosa per la propria famiglia o solo per se. I nostri, parlano concitatamente, per fare presto, per "tagliare la testa al toro"; un civile confronto di opinioni non è contemplato, gli ordini ricevuti vengono ripetuti anodinamente, accompagnati da sarcasmi masochistici e rassegnati. Anche le loro capatine al cesso sono calcolate al dettaglio; evitano ritardi la mattina e si compensano riccamente durante il giorno, in pochi minuti primi, fra una staffetta professionale e l'altra. Speriamo che si lavino le mani. Corrono, depongono e proseguono. Il cappellano, a intervallo in corso, viene inutilmente interpellato: ascolta, con consumata pazienza, ridacchia, sospira e leva gli occhi e le mani al soffitto, poi, a sfogo consumato, si allontana con un leggero dondolio del capo. "Il "Gonfio" non c'è più, io devo fare...giorni di ferie, entro...Se qualcuno si ammala??!!" Non ci si preoccupa, in fondo alla propria coscienza, dove si annidano i residui di quando , nell'informe biologico del creato, eravamo rettili, di quanto riguarda interessi estranei ai nostri, bensì delle condizioni, contrastate ed affannose, quando non ostative, nelle quali si dovrà "smaltire" per dimagrare, senza godere. Telephon Bell: "sì, sì, si opera..il 17....il 22" Torna il 22? " E' dall'anestesista..rientra alle 10,30" Speriamo che l'anestesia vada bene. " Sono sotto i ferri, torno subito".

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