lunedì 7 gennaio 2013

Ecce homo.

Il susseguirsi, con regolarità, attraverso le generazioni, delle persecuzioni dei coetanei coalizzati, nei confronti di compagni di scuola, di giochi o di frequentazione, che mostrano debolezze di carattere o sono messi in condizione di subire la cattiveria che, improvvisamente si materializza e si coagula solidale solo per conformismo sadico, è elemento rivelatore in embrione, della maligna natura dell'uomo e della donna "culturale", nei quali l'evoluzione biologica e dei costumi, ha solo trasfigurato la primitiva ferocia, ha mascherato l'invidia e mal dissimulato lo spirito di sopraffazione. In seguito all'educazione e, soprattutto, alle convenzioni sociali, questa cattiveria, che talvolta induce al suicidio e, chissà quante altre volte, comporta sofferenza, solitudine e deformazioni psicologiche, la cattiveria si camuffa, ammicca nella facile ricerca di complici, si attrezza per tacitare, quando non riesce a relegare, chiunque dimostri diversità fisica, ambientale - rispetto a quello prevalente o al quale si aspirerebbe -, familiare oppure un po' di coraggio, autonomia e consapevolezza o, semplicemente, miglior animo. E' da questi esordi infelici e infelicitanti che si dipana, per confermarvisi, la immaginaria sublimazione etica o spirituale degli uomini e delle donne. Chi ritiene di non esservi incappato almeno una volta, anche in rapporto a persone a lungo apprezzate come amiche, deve essere stato molto distratto o aver deciso di dimenticare.

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