lunedì 21 gennaio 2013

Calcinacci.

E' iniziata da qualche giorno la campagna d'inverno del credem'a me. L'ultima trovata consiste nel monitoraggio settimanale dei contratti my fast individuali, da confessarsi, con precetto telematico, al Padre provinciale, lo sventurato RDO. Ciascuno dovrà, aderendo alla bizzarra pretesa, autodenunciarsi col capo cosparso di cenere e potrà assurgere agli altari del KPI se saprà produrre, per l'ultima volta, il binario documento di accettazione del servizio. Ritorni sui propri passi, ripensamenti, non sono infatti previsti; il dimezzamento della carta, pari in un anno a tre risme per filiale, non andrà tanto ad impattare sui costi di cancelleria, già falcidiati dalla fornitura di carta riciclata al CIM e dalle cartucce "rigenerate" ( infatti sono "sbafiate" di toner fin dal disimballo, dal quale rifiata pulviscolo, quando lo si apre ), quanto a creare delle assurde precettistiche ( esclusivamente morali, dato che in sede di diritto, non valgono niente ), atte a riaffermare per ogni via recondita e subliminale la scrupolosità ipocrita dei timorati dipendenti e a forzare ( un vero e proprio abuso ) la facoltà di giudizio in schemi da quiz. Mi dispiace per lo sventurato RDO, che si dispiace quando io mi dispiaccio, ma se credeva di aumentare il proprio prestigio in questa compagine e per questa via ha proprio sbagliato uscio. Solo che, adesso, di vie per uscire non se ne intravedono. Dopo aver cercato a lungo una ricevitoria della lottomatica per pagare- come reclamizzato - una bolletta Fastweb e averne trovate cinque deprivate dell'opzione, usufribile fino a Dicembre, per mancata sottoscrizione del contratto, mi avventuro alle Poste privatizzate, dove, in un mortaio di bacilli, spore, e virus, sedici casse alternano le chiamate di quaranta minuti in quaranta minuti, praticando una tortura disincentivante all'utilizzo degli sportelli per le bollette, che sa di prepotenza dissimulata. Anche quando ci si avvicina alla meta agognata, è facile osservare e sentire lo sportellista che si perde in un'illustrazione dei benefici della telefonia Poste pay, per poi piantari in asso per accompagnare la o il morto di fame interessato dal collega, nel suo recinto di telefonini, sul lato est della sala d'aspetto. Sul lato ovest, una impiegata, ormai anziana ma in minigonna, occhi bistrati da gallina bagnata e piercing alla narice, guata sperduta per l'affollata anticamera, al riparo di un bancone di gadget e penne da due euro, taccuini e giochi per bambini. Sembra di stare alla stazione di Bombay, oggi Mumbay; c'è solo una minor agitazione. Or mi sovviene: sembra di stare nelle latrine della stazione di Mumbay, alle quale mi affacciai per poi rinunciare, con tre dita di acqua frammista a disinfettante sul pavimento, qualche finto bramino che si lava nel lavandino comune, coperto solo all'inguine da un lenzuolo e gli astanti, a piedi nudi, ad usufruire dei servizi, compresi quelli, per poche rupie di due, per turno, degli "intoccabili" drammaticamente infelici e soli, spesso accasciati per terra nell'acquitrino. Per carità, la nostra civiltà è superiore! Ma chi l'ha detto? Sta di fatto che, urtando contro espositori di una deprimente paccottiglia libraria, offerta con il 15% di sconto sul prezzo di copertina, si aspetta la chiamata del display, sperando di non aver equivocato sulla descrizione ambigua del servizio desiderato. Quando, soffocati dal caldo e dall'umidità umana, aleggiante per l'ambiente, si esce all'esterno ,ecco che si viene investiti dal tanfo delle sigarette che, con aria ebete, seduti sull'impalcatura d'accesso o sostando sullo scivolo ad uso anche degli handicappati, tutti i fumatori in attesa stanno "educatamente" esperendo in dieci metri quadri, al massimo, in un unico manipolo fumigante, al quale un altro si associa quando, sibilando fumo con aria compresa, chi lo precedeva getta il suo mozzicone. Ti guardi intorno e non vedi che mises uniformi, un po' più curate o molto più scalcinate, in giovani, vecchi, smilzi ed obesi, italiani borghesi o poveri e extracomunitari, che sostano per decine di minuti agli sportelli, accuditi da solerti impegate ( soprattutto ) che fanno così scorrere il tempo. Cloaca mercantile di materiale e graveolente decadimento civile in un'anticipazione di periferica partecipazione al pasto comunitario a base di hot dog. Intravedo, nella calca, Rino Maenza che, di qualche anno più anziano di me, conobbi a scuola e poi persi di vista. Già da giovane studente cieco dell'Istituto Cavazza, era iscritto al Partito socialista italiano e ne è rimasto oggi uno degli ultimi esponenti. Per meriti politici spartitori, ha sempre veleggiato negli incariche pubblici del Comune, approdando, negli ultimi anni, a una vice sovrintendenza al travagliato Teatro lirico comunale. Prima dell'estate, fu denunciato da una artista o una dipendente - non ricordo - per violenza sessuale, perpetrata - disse - ai suoi danni, dal satiro cieco. Oggi si può venir perseguiti per violenza sessuale , anche per semplici palpeggiamenti e io non seguì particolarmente la vicenda, che vedeva un politico investito di qualche influenza, abusare ( ma, in realtà, è un uso comune e costante ) delle sue prerogative, per prendersi qualche sequestratoria gratificazione. Che Rino, non vedendo, sia uso prender conoscenza delle forme come uno scultore è cosa nota a chi abbia frequentato, anche se occasionalmente il suo giovanile Istituto, dove, quando andava via la luce, ci si sentiva persi, mentre i ciechi continuavano a muoversi e a dialogare come prima. Chissa quante volte lo ha fatto, contando sul fatto che molte volte, per un favore chiesto o sperato, mettono in conto quanto ognun sa o è stato favorito dalla riluttanza a denunciare un "povero cieco", in circostenze, per definizione, poco chiare. Casomai è stato accusato da una femminista inchiavabile, della quale poteva solo apprezzare la voce, oppure..chissà. Sta di fatto che il Vice sovrintendente, identico per stazza e atteggiamento, senza riferimenti ottici, di quando era ragazzo e solo pesantemente invecchiato, stazionava imperturbabile nel caos. Imperturbabile come quando il nostro Sindaco ubriacone, già casellante autostradale, con una faccia provata, per sempre impressa nei tratti, lo aveva invitato a fare harakiri ( a dare le dimissioni ) in un rigurgito moralistico da "politicamente corretto", ricevendone in cambio l'esortazione a mandargli i Carabinieri. Vecchio socialista, satiro, imperturbabile, per te questa cloaca, che non vedi, è sempre quella originaria,l'unica che conosci, senti e non vedi.

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