mercoledì 23 gennaio 2013

Donchisciottismi, nell'apprezzamento di un Sancho Panza.

L'affare si ingrossa. Il marcamento si fa a uomo, le riunioni settimanali. In una mezz'ora, si dovrebbero sviscerare sette o otto argomenti alla volta, probabilmente sempre gli stessi, da verificare in progressione e senza possibilità di discussione, dato che sono citati in acronimo e che riguardano gli obiettivi "sfidanti" di quest'anno di recessione. La politica da avvoltoi che si vorrebbe praticare, non convince: se da un lato i prezzi sono bassi, il risultato è incerto, anche dedicandovi "anema e core" o passione e responsabilità e via liricizzando. Quest'anno certamente "non ci sarà trippa per li gatti" a fronte di un impoverimento, sequenziale alle tasse, incrementate per cominciare un recupero, rispetto ad una omogeneità di bilancio che l' aver aderito ad una unione monetaria, priva di uno Stato che la fondasse, ci costringe, conseguentemente, ad adeguare i bilanci pubblici a quelli degli Stati guida, perché storicamente più forti e più severi nell'amministrazione dei beni comuni. Il recupero, a questi ritmi, dovrebbe durare vent'anni e provocare, quindi, quali conseguenze? Partiamo da un assunto accertato, non solo in Italia. Chi possiede non intende minimamente partecipare al risanamento di beni che non sente suoi, potendo e volendo beneficiare di servizi e, soprattutto, di relazioni sociali privilegiate, anzi, anche se non lo confessa perché non ne avrebbe utilità alcuna, vede con favore un ridimensionamemto, un tornar nei ranghi ed in una condizione di subordinazione, di tutte quelle categorie intermedie, tendenti al piccolo, destinate a franare nel proletariato. Al proposito, mi sovviene un'immagine, da me colta, a Rio de Janeiro: una famiglia si era accampata nei pressi di un cavalcavia, su di una aiuola rilevata. Mi fu detto che di queste situazioni "individuali" se ne potevano riscontrare quando famiglie, appunto, o singoli decadevano nella scala sociale e, per un po', si sistemavano dove potevano per non farsi assorbire dalle favelas e non doverne scontare la corruzione e la violenza. Anche nel meno colorato, anzi più grigio mondo delle periferie urbane europee, fenomeni ragguagliabili sono già evidenti e si scontrano con l'assenza assoluta di qualsiasi materiale possibilità d'accoglienza insieme all'indifferenza scostante verso qualsiasi necessità, riguardasse anche bambini orfani, profughi e soli. La colazione offerta lunedì scorso dal Ristorante Diana di Bologna a una selezionata clientela di indigenti e la l'iniziativa dei gestori, che ha coinvolto altri trenta ristoratori cittadini nella confezione, a turno giornaliero, di ottanta pasti da regalare alla Caritas, che passa a ritirarli, ha ribadito che i poveri veri, in Bologna, appartengono ad ogni generazione, nazionale o immigrata, anche se i giovani, purtroppo, stanno aumentando. Queste persone, dapprima solo indigenti, accusano, nel tempo, crescenti fenomeni di disturbo psichico e di disadattamento, che qualcuno traduce in mancanza di voglia di lavorare. Il fatto è che queste condizioni, non criminali e quindi di genuina creazione sociale, sono impegnative e non danno ritorno, come dimostrano i numerosi rifiuti di altri ristoratori, pur coinvolti in relazione alle loro dimensioni. Non è difficile prevedere che, nei prossimi anni, aumenterà il pauperismo e la marginalità con tutto quanto consegue in termini di insicurezza, che sarà l'unico effetto denunciato dagli strati privilegiati e da ampia rappresentanza di quelli piccolo borghesi, da sempre collaterali. Tornando alla nostra professione di fede, noi del credem' a me, oltre ad essere in una cerchio magico di magnificenza e benessere ( di chi? ), siamo nella condizione di avvantaggiarci delle contingenze, e mobilitiamo allo scopo le nostre statiche risorse con nuovi peana e ne monitoreremo i risultati ogni settimana. Ebbene, questa "innovazione" sintetica dell'organizzazione commerciale denuncia invece la difficoltà comune, che non si vuole ammettere, punta a remunerare solo la ristretta congerie degli azionisti, con evidente privilegio della proprietà semitotalitaria e a stringere il morso agli sfiniti "ronzinanti"

Nessun commento:

Posta un commento

Sono graditi i tuoi commenti