domenica 6 gennaio 2013

Criteri di calcolo.

Aumentano, in Italia e in Spagna, i disoccupati, con una progressione proporzionalmente inversa a quella dello spread sui rendimenti dei titoli di Stato. Anche se i due termini di paragone sembrano poco convincenti, in quanto frutto di aspettative sostenutistiche della valuta, i secondi e delle mancate aspettative d'impiego, i primi, di anticipazioni borsistiche e speculative e di improvvise e impellenti necessità prive di sostegno, il trascuarato confronto, da parte dei media, è impressionante. In Grecia la rivolta sociale pare essersi sopita nella rassegnazione e nell'abitudine alla povertà, anche i suicidi paiono diminuiti o non ci si fa più caso, mentre in Spagna sono ancora frequenti e numerosi. La farmacopea commerciale esclude la commercializzazione di preparati di comporto, in Italia e Spagna; anche dei farmaci salvavita e antitumorali in Grecia. In Germania, la già scarsa disoccupazione è invece diminuita e qualche amante del calcolo creativo vi ha trovato una corrispondenza all'incontrario con il variare degli spread dei Paesi pigs in confronto alla Sede dell'Impero continentale. In inghilterra, che dell'Unione europea non fa parte se non in funzione di vigilante in proprio e per conto dell'alleato nord americano, i poveri hanno smesso da tempo di lavorare e vivono di alcoolici negli slums, dai quali ogni qualche anno escono per barbariche devastazioni e saccheggi, per poi rientrarvi con qualche Hi Fi.In economia, tutti i dati sono congruenti e omogenei, ma, per l’opinione dei teorici, degli apologeti e dei santoni della medesima, vanno letti all’incontrario, in ordine d’importanza, per darne la giusta interpretazione ed il giusto apprezzamento. Nella situazione che si è venuta a creare dopo che l’Unione sovietica ha perso, per insostenibilità economica, la sua guerra militare con gli Stati Uniti, la pavida, litigiosa e incongrua Europa continentale è corsa al rassemblement e si è dotata di una moneta capace, a condizione di uniforme e teorica capacità di sostegno e sostentamento, di isolarla e di esentarla dalle crisi finanziarie sistemiche, paventate dai ricchi, dai reddituari e dalle banche. Così facendo – qualcosa di sinistra, verrebbe da dire, dato che il traino è avvenuto sotto l’egida del primo Governo Prodi -, ci siamo legati, mani e piedi, a supportare l’europa settentrionale, già ricca, in una riedizione dell’Impero guglielmino, creando contestualmente sperequazioni e divaricazioni sociali, che ci apparenteranno, se continueremo su questa strada, alle società anglo-americane, nelle quali i proletari, non più lavoratori, sono ridiventati barboni o violenti, rifiuti marginali delle medesime. La scommessa si basava sulla presunzione che i partners ricchi e, in particolare, la Germania, avrebbero continuato ad accollarsi le spese, barattandole con una leadership, alla quale, in cambio della bella vita, avremmo argutamente rinunciato. Riunificata, liberata dai vincoli dello sconfitto, la Germania ha imposto le sue regole ed esercita la sua primazia, senza doverla pagare in denaro, col beneplacito evidente degli Stati Uniti d’America e la collaborazione dei vassalli nazionali, fra i quali, i professori, sono i più insidiosi, soprattutto se sono gli intellettuali organici delle banche . Se si considera che Casini, per vie inaspettate, potrà ricominciare a tessere la sua trama clientelare e di potere e che l'imbelle fascista Fini potrà ricandidarsi ai comodi ruoli istituzionali che preferisce, insieme alle imbarazzanti mogli già collaudate, il percorso di ricollocamento della borghesia italiana mi sembra già ben tracciato.

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